1938 Le ultime ore e la morte di Kano Jigoro

 

Kanō Jigorō, fondatore del Kōdōkan Jūdō, esplora la controversia sulla sua morte

1938 Le ultime ore e la morte di Kano Jigoro

Il Maestro Kanō è morto di polmonite sulla nave postale Hikawa maru il 4 maggio del 1938. Questo è quanto. Siamo nel 2024, è venuto il momento di farsi guidare dalla logica e dai fatti, specie, a parer mio, se si tratta di argomenti come le arti marziali giapponesi. Sarebbe bello, ma non per tutti è così, perché ancora oggi da più parti si sente dire che forse, potrebbe darsi, che Kanō Jigorō sia stato ucciso.

 

La morte di Kanō Jigorō - frottole e sciocchezze

L’assassinio di Kanō Jigorō fa parte di quelle idee che si sarebbero potute evitare se quello che effettivamente Kanō ha scritto fosse arrivato in Italia prima e, soprattutto, fosse stato tradotto meglio.

Fra queste abbiamo:

  • la fondazione del club fantomatico primo club di baseball giapponese (status: sfatata)
  • l’ascendenza “imperiale” della sua famiglia (status: sfatata )
  • La sua scelta di studiare il jūjutsu contro la volontà paterna (status: sfatata )
  • l’inimicizia con il Dai Nippon Butokukai (status: sfatata )
  • il suo presunto “pacifismo” e il suo “imbarazzo per lo sciovinismo dilagante” (Fondamenti del Judo, Prefazione, p.16). Quest’ultima è ampiamente sfatata non appena si prendano in mano gli scritti di Kanō e li si traduca professionalmente, senza facendo comparire dal nulla passaggi che non ci sono nell’originale, o facendo “sparire” passaggi nell’originale che non piacciono per via del loro contenuto. 

Sto parlando, ad esempio, di Fondamenti del judo, oltre che degli articoli scritti nel corso degli anni per illustrare l'idea dell'Educazione Fisica del Popolo, le sue politiche, i relativi corsi di formazione, e l'ideale in essa contenuto.

 

Qui, non posso fare a meno di chiedermi: è così che si onora la memoria del Maestro fondatore del Kōdōkan jūdō? Con una agiografia maldestra che cerca di trasformarlo in un santo, invece che con lo studio leale della sua persona, con le sue luci e le sue ombre?

 

Due aggiunte meritano una menzione speciale:

  • la fandonia sulla soppressione o proibizione del Kōdōkan jūdō nell’immediato dopoguerra. Costruita ad arte, ampiamente smentita dai fatti, ma ancora oggi popolare almeno in certi ambienti. Status: sfatata.
  • La diceria secondo la quale ci sarebbe stato un complotto per “vendere il Judo all’Int. Olimpic Committee in cambio della riabilitazione del nuovo Giappone agli occhi del mondo del dopoguerra” (Fondamenti del Judo, Prefazione, p.10). Status: sfatata, e con poco sforzo. Basta guardare le date:

La guerra è finita nel 1945.

Il Giappone è stato occupato dal 1945 al 1952.

Nel 1952 è stato firmato il Trattato di Pace di San Francisco.

Tra il 1950 e il 1952 il Giappone è stato la base delle forze NATO nella Guerra di Corea.

La prima volta che il Kōdōkan jūdō è apparso alle Olimpiadi è stato a Tōkyō nel 1964. Dodici anni dopo la firma del trattato di pace. Quindi, il Giappone non aveva nessun bisogno di “vendere” il jūdō per “riabilitarsi”.

Anche qui ci sarebbero domande da fare, ma teniamole per un articolo successivo.

 

La morte di Kanō Jigorō: argomentum ad ignorantiam

Se si prova a scrivere 嘉納治五郎 (Kanō Jigorō) e 暗殺 (ansatsu,“assassinio”) in giapponese su Google, le risposte pertinenti sono zero. Il cospirazionista vede nella mancanza di informazioni la prova che le informazioni vengono soppresse dai poteri forti, il riduzionista (come me) vede la mancanza di informazioni come indice del fatto che l’argomento non viene divulgato e non viene discusso, quindi, probabilmente, è falso. Per inciso, questo è un esempio classico di argomentum ad ignorantiam, ed è una fallacia logica. 

Fino a qualche tempo fa, fare ricerche simili in Inglese dava qualche risposta pertinente, solitamente sulla falsariga di “il maestro tal dei tali (talvolta si faceva il nome di Mochizuki Minoru, se ben ricordo) ha detto al mio maestro che Kanō fu ucciso perché…”. In italiano, qualcosa si trova ancora, anche su testate che una volta, tempo fa, erano sinonimo di informazione affidabile. Quali siano queste “circostanze non del tutto chiarite”, non è dato sapere, ma d’altra parte Focus si era già dimostrato non esattamente diligente nella verifica delle proprie fonti.

 

La morte di Kanō – il Rasoio di Occam

Il riduzionista che fosse anche storico, o un esperto di storia giapponese, aggiungerebbe che l’omicidio politico era una delle cifre distintive della politica giapponese dalla fine dell’epoca Tokugawa in poi.

Malgrado i numeri siano drasticamente cambiati dal dopoguerra in poi, siamo a meno di due anni dall’omicidio del Primo Ministro Abe Shinzō.

Verrebbe da domandarsi se sarebbe stato davvero così difficile per un gruppo di oppositori politici preparare un attentato alla vita di Kanō Jigorō, sapendo che nel 1930 il Primo Ministro Hara in persona era scampato a stento a un tentativo di omicidio, e il Sovrano in persona aveva subito un attentato nel 1932.

Ci sarebbero stati modi più semplici di disfarsi di un oppositore politico, basti pensare alla liberalità con cui il Governo si servì del carcere di Abashiri. Invece “qualcuno” ci incoraggia a ritenere “plausibile” organizzare un complotto per uccidere Kanō mentre questi si trova su una nave. A parità di fattori, è la spiegazione più semplice? Assolutamente no, ma andiamo fino in fondo.

 

La morte di Kanō Jigorō – Profilo della “vittima”

Kanō Jigorō è un membro della Camera di Pari, un membro del Consiglio Privato del Sovrano Shōwa, un ex insegnante del Gakushūin, un ex direttore della Scuola Normale di Tōkyō, il rappresentante del Comitato Olimpico Giapponese e l’uomo che è appena riuscito, dopo anni di campagna, a far selezionare Tōkyō come sede dei Giochi Olimpici del 1940, il fondatore del Kōdōkan jūdō, il direttore della Commissione sul Jūjutsu del Dai Nippon Butokukai che nel 1906 ha sviluppato il Randori no kata per insegnare il jūdō nelle scuole giapponesi, l’editore di riviste e l’autore di articoli in cui afferma ripetutamente la fedeltà al Sovrano, l’importanza del Kokutai, la predisposizione al servizio e al sacrificioper la Patria, la necessità di prendere le armi per difendere la nazione. Esattamente, per quale motivo mi si vorrebbe far credere che il Governo Shōwa o i “militari” volessero eliminare un individuo come questo? Si è mai fatto caso al fatto che “Sfera di Co-Prosperità della Grande Asia Orientale” (Dai tōa kyōei ken大東亜共栄圏) e “La co-prosperità di sé stessi e degli altri” (jita kyō ei自他共栄) condividono stessa espressione scritta con gli stessi kanji?

 

La morte di Kanō Jigorō – contesto medico

Il Maestro Kanō era un essere umano giapponese negli anni ’30 del ‘900. Qual è l’aspettativa di vita media di un giapponese degli anni ’30 del ‘900? Poco meno di cinquant’anni .

Non ci sono statistiche affidabili per le cause di morte nel Giappone pre-guerra, ma negli Stati Uniti, durante la Grande Depressione, il 9% delle morti era associato a episodi di polmonite. Il dato è medio, il che significa che la percentuale è molto più alta per gli individui con un sistema respiratorio debole o compromesso, cioè i bambini molto piccoli e, naturalmente, gli anziani.

Oggi, e sottolineo oggi, la polmonite in pazienti sopra i 70 anni è mortale nel 20% dei casi

La penicillina è stata scoperta nel 1928. I risultati dei trial clinici vennero pubblicati su Lancet da Fleming nel 1943, ed essa introdotta al pubblico negli anni ’40. È più che lecito immaginare che nel 1938 sulla Hikawa maru non ci fossero scorte di antibiotici con macrolidi per trattare la polmonite in un paziente di età avanzata

Questo potrebbe essere sufficiente a una persona di buon senso per pensare che non è strano che un anziano di 78 anni dal fisico già compromesso muoia di polmonite nel 1938 in assenza di terapia antibiotica, ma tralasciamo per un istante tutti fatti suddetti, e con essi il buonsenso, e concentriamoci sulla scena del crimine.

 

La morte di Kanō : il colonnello, nella biblioteca, con la chiave inglese

Per avere successo nel provocare la morte di Kanō Jigorō, l’assassino avrebbe dovuto essere sulla nave con lui, il che restringe il campo dei possibili sospetti sulle persone a bordo della Hikawa maru:

  • Uno o più dei 147 membri dell’equipaggio della Hikawa maru
  • Kanō e il suo entourage
  • Eventuali altri passeggeri saliti a bordo a Vancouver.

Kanō è da escludersi per ovvie ragioni, e così i membri del Comitato Olimpico Giapponese che viaggiavano con lui. Se l’assassino fosse stato uno di loro, avrebbe avuto tutto il tempo e l’interesse ad agire prima, ad esempio in Egitto, dove sarebbe stato più logico giustificare un incidente.

Forse il potenziale assassino era un membro dell’equipaggio della Hikawa maru, o forse era un giapponese residente in Canada. In ogni caso, cospiratori avrebbero avuto il non trascurabile problema di scoprire su quale nave Kanō si sarebbe imbarcato per il viaggio di ritorno. Nel 1930 non c’era internet, e la prima linea telefonica trans-pacifica sarebbe stata completata solo nel 1964. Il “colpo” poteva riuscire solo se Kanō avesse prenotato il viaggio di ritorno in anticipo, sapendo esattamente da dove partire, in che giorno, e con quale nave.

L’assassino avrebbe dovuto trovarsi quindi sulla stessa nave di Kanō, o viaggiando direttamente con lui, oppure precedendolo nella destinazione dalla quale si sarebbe imbarcato alla volta del Giappone. Il minimo cambiamento nei piani avrebbe compromesso l’intera operazione, perché in assenza di mezzi di comunicazione moderni, i “cospiratori” non avrebbero potuto coordinarsi per gestire l’imprevisto in tempo utile. Siamo a un livello di ragionamento da Cluedo. Sarebbe stato molto più semplice attenersi alla tradizione dell’omicidio politico e aspettare il ritorno di Kanō in patria.

 

La morte di Kanō Jigorō – La Biografia Ufficiale

Pubblicata nel 1964 e redatta da gran parte dei maestri che furono allievi diretti di Maestro, è facilmente reperibile sia online che alla libreria del Kōdōkan di Tōkyō. Ne esiste una versione significativamente ridotta, tradotta in inglese e pubblicata nel 2009 con il titolo di Kano Jigoro and the Kodokan, che omette purtroppo tutti gli apparati cronologici che si trovano nell’originale.

Questa è la traduzione della suddetta cronologia:

 

7 Marzo 1938

(il Maestro, n.d.T.) arriva ad Alessandria

 

8 Marzo 1938

(il Maestro, n.d.T.) Arriva al Cairo

 

12 – 19 Marzo

Ad Assuan, il Maestro sale sulla nave da crociera Victoria, partecipa alla conferenza del Comitato Olimpico Internazionale. È il rappresentante capo (del Comitato Olimpico Giapponese, n.d.t.). Con lui vi sono Nagai, Nagatsuka, Tsuda. Hanno successo nell’ottenere che le Olimpiadi del 1940 si svolgano a Tōkyō.

 

20 Marzo

Dalla sala trasmissioni del Cairo, in Egitto, trasmette in Giappone il successo della conferenza del Cairo.

 

22 Marzo

Parte dal Cairo.

 

24 Marzo

Giunge ad Atene

 

26 Marzo

Partecipa alla commemorazione per l’anima del Barone de Coubertain con il Comitato Olimpico Internazionale. Si sposta in America. Da New York vola a Seattle, attraversando in aereo il continente. Si reca a Vancouver in automobile.

 

23 Aprile

A Vancouver sale sulla nave Hikawa maru delle Poste Giapponesi. A partire da questo periodo, dimostra sintomi di infreddatura.

 

28 Aprile

La temperatura corporea è 38.6 gradi. Ignorando la febbre, partecipa alla serata sukiyaki a bordo della nave.

 

29 Aprile

Venera a distanza la Casa Imperiale. Recupera una temperatura normale.

 

1 Maggio

La febbre ritorna improvvisamente, Vi sono segni di polmonite

 

2 Maggio

Cerca di partecipare alla mensa della nave, ma gli viene impedito

 

3 Maggio

La temperatura corporea è 39.9 gradi.

Pulsazioni cardiache a 110, flebili.

Respirazione superficiale.

Cosciente.

Alle 4 del pomeriggio, un telegramma da parte del capitano della nave.

 

4 Maggio

(il Maestro, n.d.T.) entra nel riposo eterno a causa della polmonite, sulla nave Hikawa maru, nell’Oceano Pacifico.

Alle 4:30 del mattino (le 3:35 in Giappone), c’era stata una trasmissione radio (in cui si affermava che il Maestro, n.d.T.) fosse in condizioni assolutamente critiche.

Alle ore 6:33 (le 5:35 ora giapponese) c’è una trasmissione radio: ci rincresce informare che (il Maestro, n.d.T.) è entrato nel riposo eterno. (il messaggio, n.d.T.) viene ricevuto 10 minuti dopo.

(il Maestro, n.d.T.) viene elevato al rango di  Jui 2 (poi soppresso dalla Nuova Costituzione).

Gli viene conferito il Gran Cordone dell’Ordine del Sole Nascente

 

6 Maggio

Alle 5:25 la Hikawa maru arriva nel porto di Yokohama con la salma. Il funerale viene celebrato a bordo della nave.

 

(Kanō Jigorō, pp.748 – 750, 1964)

 

Da questo apprendiamo che:

  • Tra il 22 Marzo e il 22 Aprile 1938 il Maestro ha avuto il tempo di partire dall’Egitto, raggiungere la Grecia, arrivare negli Stati Uniti, attraversare gli Stati Uniti, viaggiare in automobile in Canada e imbarcarsi alla volta del Giappone, sempre incolume.
  • Al momento dell’imbarco, dimostrava sintomi di infreddatura (kaze 風邪)
  • Il Maestro sviluppa una febbre dopo 5 giorni dalla partenza, un periodo di incubazione compatibile con la polmonite.
  • Il 1 maggio la febbre ritorna, insieme ai sintomi della polmonite.
  • Il 3 maggio, il capitano della nave invia un telegramma in cui riporta lo stato di salute del Maestro. La febbre alta le difficoltà respiratorie sono coerenti con il decorso della polmonite, ma non con quello dell’avvelenamento alimentare.
  • Il 4 maggio, un messaggio radio avverte che il Maestro è in condizioni critiche. Il giorno stesso, viene comunicato il decesso del Maestro per polmonite.

Questa ricostruzione può essere falsa solo in due modi: o tutti i membri del comitato di redazione della biografia di Kanō Jigorō hanno mentito, e si noti che questa biografia è stata scritta in giapponese per il pubblico giapponese, non per quello occidentale, oppure il capitano della nave ha mentito comunicando il falso sulle condizioni del Maestro. I transatlantici dell’epoca avevano necessariamente uno o più ufficiali medici a bordo, il che vuol dire che anche l’ufficiale medico che diagnosticò la polmonite del Maestro avrebbe dovuto essere coinvolto nel complotto, dando una falsa diagnosi che il capitano avrebbe dovuto comunicare in patria. La notizia circolò negli stessi termini anche sulle testateoccidentali. Il New York post, ad esempio, riportò:

“A radio dispatch from the liner Hikawa Maru in the Pacific today reported Jigoro Kano, Japan's member of the International Olympic Committee, had died of pneumonia. His age was 78” 

Un messaggio radio del transatlantico Hikawa Maru nel Pacifico oggi ha riportato che Jigoro Kano, il membro giapponese del Comitato Olimpico Internazionale, è morto di polmonite. Aveva 78 anni.

C’è anche da considerare il problema dei sintomi: i compagni di viaggio del Maestro riferirono anch’essi che fosse morto di polmonite, e pur non essendo medici, è lecito immaginare che si sarebbero accorti della differenza fra i sintomi di una polmonite e quelli di una intossicazione alimentare, che il Maestro avrebbe presentato se fosse stato in qualche modo avvelenato, come vorrebbero i fautori della teoria dell’omicidio.

 

La morte di Kanō Jigorō - Conclusioni

Se avete anche voi l’impressione che storia del complotto si faccia più complicata e meno credibile ogni minuto che passa, è perché effettivamente è così. L’assassinio di Kanō Jigorō è veramente il crimine perfetto, perché non è mai avvenuto. Il Maestro è morto di polmonite, sulla Hikawa maru.

Il Maestro Kanō non ha bisogno di essere onorato inventando frottole sul suo conto per renderlo ancora più straordinario di quanto non fosse, o alimentando dicerie senza fondamento sulla sua morte. 

Siamo nel 2024. La disponibilità di informazioni e gli strumenti per verificarne la fondatezza non sono mai stati così numerosi né così semplici di utilizzare. È ora di farci guidare dalla logica, dalla ragione, e dal rigore. Abbiamo il dovere di fare meglio.

 

Emanuele Bertolani

 

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