Kano Jigoro e l'Aikido - quello che il Maestro (non) ha detto

Kano Jigoro e l'Aikido - quello che il Maestro (non) ha detto


Il Maestro Kanō fonda il Kōdōkan jūdō nel 1882, dopo avere ottenuto il certificato di trasmissione e il permesso di insegnare Tenjinshin'yōryū e Kitō ryū. Sviluppando nel tempo l'idea del jūdō come metodo dell'impiego più efficace della forza del proprio fisico e del proprio cuore, giunge alla conclusione che il budō nel suo complesso sia una branca del jūdō, e non viceversa. 

 

L'incontro fra il Maestro Kano e Ueshiba Morihei

Si interessa allo studio di altre tradizioni marziali, antiche e nuove, ricercando in esse ciò che corrisponde all'ideale del jūdō così come lo ha concepito. Fra queste lo Shōtōkan Karate di Funakoshi Gichin e il Daitō ryū di Ueshiba Morihei, che sarà in seguito ribattezzato Aikidō.

Tuttavia, non tutto in merito al rapporto fra Kano Jigoro e l'Aikidō è come viene raccontato

 

L'incontro fra il Maestro Kano e Ueshiba Morihei
Ueshiba Morihei e Mochizuki Minoru

"QUESTO È VERO JUDO"

Shishida Fumiaki, 8° dan di Aikidō e professore di Filosofia delle Arti Marziali presso l'Università Waseda di Tōkyō, racconta di una visita del Maestro Kanō al dōjō di Ueshiba Morihei a Mejirodai, svoltasi nel 1930. Il Maestro sarebbe stato accompagnato da Mifune Kyūzō e Nagaoka Hideichi, e una volta osservata la dimostrazione di Ueshiba avrebbe affermato "proprio questo è vero jūdō"

Judo’s techniques performed from a distance: Theorigin of Jigoro Kano’s concept and its actualization by Kenji Tomiki, Archives of Budo, Vol.6(4): 165-172.

 

Ueshiba Kisshōmaru nel suo La Trasmissione di Ueshiba Morihei, riporta la citazione come "proprio questo è il budō che avevo immaginato come ideale, cioè il jūdō genuino". Secondo Kisshōmaru, Kanō affermò: 

 

"Vorrei accogliere Ueshiba nel Kōdōkan, ma probabilmente è impossibile". Così, in cambio, fece in modo che Mochizuki MinoRU, all'epoca 4° dan di Kōdōkan jūdō,  diventasse allievo di Ueshiba. 

 

Mochizuki fonderà poi un'arte marziale di sua propria sintesi, denominata Yōseikan budō.

Kudō Ryūta, uno studente di dottorato di Shishida, afferma sostanzialmente lo stesso.

 

 

L'incontro fra il Maestro Kano e Ueshiba Morihei
Ueshiba Morihei

CONTRO IL JUDO

Fumiaki Shishida nel suo articolo "Counter techniques against judo: the process od forming Aikido in 1930s", cita gli appunti dell'ammiraglio Takeshita Osamu per affermare che Ueshiba aveva sviluppato 147 tecniche per contrastare il jūdō. Se è così, due sono i casi: o si tratta del jūdō inteso come jūjutsu, che egli aveva studiato, oppure deve avere avuto egli stesso esperienza della pratica del Kōdōkan jūdō.

 

LA “VERSIONE” DI JOHN STEVENS

In Aikidō – The Way of Harmony, il noto aikidōka e divulgatore John Stevens scrive:

 

“Morihei ritornò alla vita agreste e alla vita matrimoniale, ma rimase inquieto. Di carattere sanguigno e irritabile, quasi maniaco-depressivo, cominciò a comportarsi in modo strano – rinchiudendosi per ore nella propria stanza a pregare, alzandosi improvvisamente nel cuore della notte per rovesciarsi addosso acqua fredda, digiunando sulle montagne per giorni. Preoccupato dell’imprevedibile comportamento del figlio, Yoroku (suo padre, N.d.T.) costruì un dojo sul suo terreno e invitò il famoso maestro di jujutsu Takaki Kiyoichi a insegnarsi. Morihei si immerse nell’addestramento e il suo comportamento migliorò considerevolmente".

(Ibidem, p.4)

 

Stevens omette una serie di dettagli, quali il fatto che durante il periodo in questione Ueshiba rimanesse in una stanza buia a pregare e scaricasse la propria rabbia sui membri della propria famiglia, mostrando sintomi di disordine bipolare.

Soprattutto, sorvola il fatto che Takagi fosse un istruttore di jūdō e un futuro 9° dan del Kōdōkan. Dunque, Ueshiba Morihei ha studiato, fino a un certo punto, anche il Kōdōkan jūdō, mentre non vi sono indizi relativi al fatto che il Maestro Kanō abbia mai praticato Daitō ryū o il successivo Aikidō.

John Stevens riporta anche l'aneddoto della visita del Maestro Kanō e del commento rispetto alla dimostrazione di Ueshiba:

 

Mentre il nuovo dojo stava venendo costruito, Kano Jigoro fece visita al centro di addestramento temporaneo di Morihei a Mejiro. Dopo essere stato testimone delle tecniche di aiki di Morihei, Jigoro dichiarò: "questo è il mio budo ideale - vero judo". Mandò diversi fra i suoi allievi migliori a studiare con Morihei; uno di questi, Mochizuki Minoru, in seguito sviluppò il suo sistema sullo stile dell'Aikidō".

(ibidem, p.9)

 

Ci sono alcune importanti differenze nel testo di Stevens.

  • È l'unico a collegare l'ammirazione del Maestro Kanō non tanto alla tecnica in sé, ma all'aiki. Nessun'altra fonte ne fa menzione
  • Fa dire a Maestro Kanō che le tecniche di aiki sono "il suo budo ideale", mentre in realtà il Maestro Kanō non discute mai né il ki né tanto meno l'aiki in nessuno dei suoi scritti. 
  • Evita di chiamare per nome l'arte marziale sviluppata da Mochizuki Minoru, lo Yōseikan budō, limitandosi a indicarlo come "Aikido-style system".

Segnaliamo, en passant,  che lo stesso John Stevens ad affermare, con disinvoltura, che

 

I suoi discepoli una volta chiesero a Morihei se le gesta attribuite ai ninja – ad esempio diventare invisibile, camminare sull’acqua etc. – venissero effettivamente messe in pratica. “avete visto troppi film” disse Morihei. “prendere le vostre spade e i vostri bastoni e vi darà una vera dimostrazione di ninjutsu”. Una decina di loro circondarono Morihei al centro del dojo, e non appena attaccarono sentirono una corrente d’aria e Morihei scomparve. “quassù, quassù” udirono Morihei chiamare da metà della seconda rampa di scale a sei metri e mezzo di distanza. Più tardi, tuttavia, Morihei si risentì alquanto quando gli chiesero di fare altri “trucchi” ninja. “State cercando di uccidermi solo per divertirvi? Ogni volta che uno esegue queste tecniche, la sua vita diventa dai cinque ai dieci anni più corta”.

(ibidem, p.10)

 

L'incontro fra il Maestro Kano e Ueshiba Morihei
Tomiki Kenji

 

VERSIONE UNILATERALE

Ad affermare che il Maestro Kanō visita il dōjō di Ueshiba Morihei sono nell'ordine

  • Il figlio di Morihei, Kisshōmaru
  • L'ammiraglio patrono dell'Aikidō,Takeshita Isamu
  • Un allievo di Kisshōmaru e 8° dan di Aikidō, Fumiaki Shishida 
  • Uno studente di dottorati di quest'ultimo, Kudō Ryūta

Non c'è traccia di questo evento nella biografia di Kanō nè altre fonti del Kōdōkan lo confermano. È quindi lecito nutrire qualche dubbio tanto sulla visita quanto su ciò che il Maestro Kanō possa avere detto nel suo commento.

Ad eccezione di Mochizuki Minoru e, più tardi, Tomiki Kenji, non c'è traccia di altri allievi diretti inviati da Ueshiba nè di allievi di Ueshiba inviati al Kōdōkan. Dal punto di vista tecnico, il contatto fra Kōdōkan goshin jutsu e Aikidō è limitato al Kōdōkan goshin jutsu, compilato peraltro dopo la morte del Maestro Kanō.

 

L'incontro fra il Maestro Kano e Ueshiba Morihei
Il Maestro Kanō Jigorō

DIVARIO DI VALORI

Ammettiamo che il Maestro Kanō abbia effettivamente detto "questo è vero jūdō", o una variante di significato simile, dopo avere osservato l'esibizione di Ueshiba. Che cosa intendeva esattamente?

C'è un abisso culturale a separare il Maestro Kanō da Ueshiba Morihei e il Kōdōkan jūdō dall'Aikidō. 

Il Maestro Kanō si riconosceva nel Confucianesimo, che è una filosofia rigorosamente laica. Il Kōdōkan jūdō è da un lato l'espressione della tensione confuciana verso l'ordine sociale, dall'altra il riconoscimento del valore confuciano della gerarchia e della virtù come presupposto per il corretto funzionamento della società.

Ueshiba Morihei era un adepto di una setta chiamata Oomoto kyō nata pochi anni prima della costituzione dell'Aikidō e dotata delle caratteristiche consuete delle cosiddette "nuove religioni" giapponesi: misticismo, tecniche di possessione spiritica, guarigione tramite l'imposizione delle mani, spinta messianica in vista di un evento cataclismatico in un futuro prossimo.

 

CONCLUSIONI

Il Kōdōkan jūdō è squisitamente laico e non si interessa di metafisica, prova ne è il fatto che il Maestro Kanō parli di "vigore" (seiryoku 精力), "forza" (), ma mai di "ki" in quanto energia spirituale che pervade l'Universo. Il Maestro Kanō traccia invece una distinzione fra il jūdō in senso stretto, kyōgi jūdō 狭義柔道, e in senso largo, kōgi jūdō: il primo è da intendersi come tecniche di combattimento rette dal principio dell'impiego più efficace del proprio vigore, mentre il secondo si riferisce all'applicazione dello stesso principio ad ogni campo dell'azione umana.

L'Aikidō è invece rivolto alla metafisica, alla ricerca e all'impiego del "ki" in quanto tale. Le sue idea di "armonia", "energia" e simili sconfinano quindi nel soprannaturale, nello spirituale, e non sono limitate esclusivamente al campo dell'umano e del sociale come lo è invece il Il Kōdōkan jūdō.

Supponendo quindi che il il Maestro Kanō abbia effettivamente visitato il dōjō di Ueshiba, quello che ha detto si riferisce al kyōgi jūdō, cioè all'efficacia dell'Aikidō come una delle espressioni tecniche del principio dell'impiego più efficace del proprio vigore.

 

Fino alla prossima volta

Acqua Autunnale 

gasshō _/\_


 

 

 

 

 

Commenti

  1. il racconto a testimonianza di un personaggio tutt'ora vivente "In your last mail, you wrote about Ueshiba Morihei/Tohei (we used to call him Tohei because the Kanji "Mori" can be read either way. Ueshiba
    Sensei lived in Tanabe City, which is across the bay right infront of
    Kawakyu. He asked my father to let him adopt me as his daughter. My
    father asked why, and he replied, "I would like to start Aikido in
    France and to spread it from there the world over. For that mission, a
    woman is better than a man. Your daughter has some quality that is
    suitable for the mission."
    My father said, "Do you think I let you have my only daughter for
    wrestling? Absolutely not!"

    Ueshiba Sensei kept visiting and demonstrated some Aikido super
    techniques to impress my father and me. I remember him crawling the
    wooden ceiling (needless of saying his body was up side down).

    We had a 300 tatami banquet hall. Ueshiba Sensei tapped lightly a
    tatami, and the tatami flew up in the air, under which he ran, and
    reaching the next tatami repeated what he had done. In this way, he
    kept running under "floating" tatamis and reached the other side of the
    hall.

    One time, he flashed "Kiai" to a flying sea eagle. The eagle dropped to
    the ground. He gave me the eagle. I cried because I thought it was
    dead. Sensei flashed Kiai again, and the bird came to and flew away.

    As much as I was amused, I did not want to become his daughter

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  2. Abbiamo quindi Ueshiba che fa due cose praticamente impossibili e in aggiunta abbatte un'aquila in volo per poi rianimarla, tutto con il kiai. Il commento incapsula bene la differenza fra un Maestro che dice "il judo è fondato sulla scienza", e un maestro di cui si raccontano episodi paranormali.

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