Kodokan Judo - Una ricerca in merito al significato del “Principio del jū” Parte 2 : I densho delle scuole di jūjutsu
Una ricerca
in merito al significato del "Principio del jū" - Parte 2
籔根 敏和 Sune Toshikazu (Università dell’Educazione di Kyōto)
岡田修一 Okada Shūichi (Università di Kanda)
山崎俊輔 Yamazaki Shunsuke (Università Kōnan)
永木耕介 Nagaki Kōsuke (Università dell’Educazione di Hyogo)
猪熊真 Inokuma Makoto (Kōdōkan)
IV Il jū e il Principio del ju nel jūjutsu
Il bujutsu che va sotto il nome generale di jūjutsu assunse una organizzazione sistematica a partire dal periodo centrale dell’Epoca Ashikaga Shōgun, Yoshimune, nacque il Tenjinshin’yō ryū, dalla combinazione dello Yōshin ryū e dello Shin’noshintō ryū. Poiché fra i ryū summenzionati il Takenouchi e lo Araki non usavano la parola “jū” in riferimento a se stessi, si può pensare che probabilmente l’inizio dell’uso della parola jū nei nomi delle scuole di jūjutsu abbia preso piede nel periodo compreso fra la nascita dell’Araki ryū e del Sekiguchi ryū, cioè nel primo periodo dell’Epoca Edo.
a.
Nel Sekiguchi ryū si parla del jū in questi termini: “ciò che nella nostra scuola è chiamato jū è questo: nel corpo vi sono quattro arti, e questi sono kyō 強 jaku 弱 jū 柔 gō 剛不動地仁勇仁è amare gli esseri umani. Yū 勇 e non commettere crimini. La combinazione di questi tre principi è jū, è gō”.
Jū viene descritto come “essere armonioso e possedere l’autentica Sostanza”, e ulteriormente come “fudōchi niyū”. Così come affermato nella spiegazione relativa a ki, ni e yū, in questa scuola il jū consiste in “ciò che non può essere confuso”, “amare gli esseri umani”, “non commettere crimini”, cioè “ciò che ha accumulato stabilità, gentilezza e forza”. Ancora, “armonizzare (inteso come l’elemento riguardante l’humanitas nei confronti degli esseri umani) e gō 剛 (la condizione nella quale la quiete del cuore non viene turbata, oppure l’elemento di forza che permette di non subire soprusi da altri).
Inoltre, “Di norma, ciò che, in risposta al cuore, crea la forma, è il ki. Perciò è il ki a governare l’uso del cuore. [...] Ad esempio, nell’abbassarsi di una nave a seguito della corrente, il centro della nave non dà segno di muoversi. Questo è detto “muoversi senza muoversi”. La maggior parte degli esseri umani rimangono incerti nel labirinto della vita e delle morte, il loro cuore perennemente nascosto. Perciò quando ancora non si sono manifestate gioia e odio, afflizione e felicità, esso è testardo, come impantanato nell’acqua stagnante. [...]avvicinatosi alla propria coscienza, si capovolgerà nell’acqua esondante, è come una imbarcazione trafitta da un palo[...] quando il ki agisce in modo disordinato diventa impossibile reagire liberamente a una tecnica. [...] Quando il cuore non è chiuso, il ki scorre e agisce in risposta ad esso, non si rapprende, ed è facile e agevole proteggere questa forma. Questo è detto fudō”.
Cioè, se si mantiene la condizione “jū” di stabilità del cuore, si può dominare il ki e utilizzare il proprio corpo liberamente.
b.
Nel Shibukawa ryū, come in “jū ha il significato di gentilmente, dolcemente, e il jūjutsu è stato così chiamato in quanto tecnica e modo per far sì che la forma segua il cuore”, jū viene definito per prima cosa con il significato di “docilmente non opporsi all’altro”, e il jūjutsu come la tecnica per far sì che il corpo segua e si adatti al cuore. Qui, come spiegato in “certamente il cuore è paragonabile al Cielo, la forma è paragonabile alla Terra. Perciò quando la Terra si adegua abilmente e flessibilmente, essa genera”, il seguire il cuore da parte del corpo consiste nel l’armonizzazione del cuore e del corpo. Inoltre, “Generalmente, se non si fa imparare agli esseri umani a mantenersi nella forma nella quale sono nati, essi inevitabilmente si irrigidiscono, le loro tecniche sono inefficaci a causa della loro paura. [...] chi si irrigidisce non può reagire adeguatamente, chi è debole non ha sufficiente resistenza [...], perciò divenire in grado di ammorbidire ciò che è contratto, rendere forte ciò che è debole, avanzare se si intende avanzare, arretrare se si intende arretrare, accettare qualsiasi cosa così come essa è, [...] vincere se si combatte, andare a segno se si attacca”, poiché vi è la tendenza a impacciare l’armonia fra cuore e corpo che gli esseri umani posseggono dalla nascita, il jūjutsu è l’addestramento all’ottenimento della condizione di armonia fra jū e gō, superando la sola debolezza e la sola forza. Qui, il jū originale di questo ryū, come in “jū è rendere la forma plasmabile, piegarsi, allungarsi e ruotare liberamente. Usare questa libertà in risposta a qualunque cosa è gō” lo si può ritenere descritto come l’azione libera e fluida che origina dall’armonia fra jū e gō.
c.
Nella denominazione dello Oguri ryū viene usato non il termine jū, bensì wa 和 il cui significato, secondo queste citazioni “Ikei è detto il mantenere se stessi nella forma nella quale si è nati, dolcemente e senza che irrigidimento della forza fisica.[...] il wa di questa scuola, attribuisce grande importanza al ki, in ragione del fatto che è importante distaccarsi dalle cose e vincere tramite il cuore” [...] “La logica è osservare il gesto dell’avversario e, tramite il rendere il proprio corpo simile a una sfera e l’armonizzare il proprio cuore, muoversi in base a come l’avversario si muove”. “armonizzare è il fondamento di dell’Ikei della nostra scuola, e di ogni azione. Vedere il corpo dell’armonizzazione è come manifestare il corpo del cuore. Il vento è il ki tra il Cielo e la Terra. Quando il vento soffia sempre quieto non è possibile vedere il corpo. [...] Perciò, (la nostra scuola) è stata chiamata con il nome armonia, inyō 陰陽si manifesta quindi nei Cinque Elementi. L’armonia di inyō 陰陽e la generazione dei Cinque Elementi danno vita alle Diecimila Cose. L’origine di esse è l’Uno. [...], cioè il ki dell’Armonia Centrale. Armonia centrale è poter rispondere a mille cambiamenti e diecimila trasformazioni, senza tendere al superiore, al medio o all’inferiore, né a sinistra né a destra”. Il nostro wa assegna la più grande importanza a questo ki dell’Armonia Centrale, e mentre chi si attiene alla logica inyō dōsei 陰陽動静和 ha per questo ryū lo si può indicare come “la condizione nella quale si è raggiunto il centro dell’armonia di inyō. Qui, se si prende come fondamentale la condizione nella quale il cuore non tende né verso in né verso yō, come affermato in “rispondere a mille cambiamenti e diecimila trasformazioni, senza tendere al superiore, al medio o all’inferiore, né a sinistra né a destra”, si ottiene la completa libertà di azione. Se invece si tende verso l’uno o verso l’altro, come spiegato in “benché si abbia il cuore di qualcuno che ha raggiunto la piena libertà e autonomia, di perde di vista il Principio (dell’armonia di inyō) non si è più liberi”, si può perdere la propria libertà di movimento.
d.
Nel Kitō ryū, come è spiegato in “se invece di dimostrare solo la propria forza si impiega il ki, l’avversario cadrà per eccesso della sua propria forza. Questo è vincere tramite la forza dell’avversario [...] cioè è il flessibile che può avere la meglio sul rigido”, chi sa impiegare il ki è jū 柔, e ha la meglio su chi è gō 剛. In merito a questo impiego del ki, “il ki è la pienezza del corpo. Il sorgere del ki è detto yō 陽, l’acquietarsi del ki è detto in 陰. [...] L’apparenza tranquilla e rilassata, con il ki in pieno vigore, in piena sicurezza, e così facendo non muoversi
e.
Come ai punti a ~ d, il jūjutsu è il jutsu. Se si ritira, affrontarlo con una vigorosa condizione yō 陽. Questa è la radice della vittoria senza contrapporsi all’avversario” (Kitō ryū). Nella teoria inyō è detto “leggere il ki dell’avversario, e se questo dimostra un ki yō, trasformare il proprio ki in in, attirarlo, arretrare, e non appena il ki dell’avversario, che perde animo, diviene in, dominare l’avversario trasformando il proprio ki in yō”. Questo modo di combattere può apparire a prima vista come adeguarsi in risposta all’avversario, ma in realtà si ha sempre l’iniziativa e si fa muovere l’avversario. Inoltre, non si tratta di rispondere alla forza dell’avversario. Se si risponde alla sua forza, si subisce la sua l’iniziativa. Così, chi impiega il ki ha sempre “la forza dell’iniziativa”, ma a questo fine è necessaria l’osservazione del ki dell’avversario, il controllo del kyō (emissione della forza) e del jaku (attirare l’iniziativa, retrocedere) del proprio ki, l’impiego dell’agilità del proprio corpo. Se si considera il ki come ki che permette queste abilità, bisogna preoccuparsi in primo luogo di quale debba essere la condizione del cuore che ne è la Sostanza. Questa è la ragione dell’affermazione dello Shin’no shintō ryū “il jūjutsu è il jutsu del cuore (shinjutsu 心術).
In merito a questa sostanza, ciascun ryū la considera come l’armonizzazione di jū e gō, di in e yō, oppure la condizione nella quale nessun dei due termini è manifesto (come scritto sopra per il Sekiguchi ryū, vi sono ryū che chiamano jū questa condizione). Si può pensare che la ragione, dopo avere consultato il Lǎozi e il Sanryaku, risieda nel fatto che la condizione di armonizzazione di inyō è, paragonata alla condizione nella quale si tende verso l’uno o verso l’altro, superiore quanto all’osservare e al conoscere le cose, la sua azione è per gli altri difficile a conoscersi, e da essa si può effettuare qualsiasi cambiamento liberamente e velocemente.
Porre il cuore nel Centro中, leggere il ki che anticipa il movimento dell’avversario, evitare, tramite l’impiego del ki, di contrapporre la propria forza a quella dell’avversario, vincere colpendo il punto debole dal quale il ki dell’avversario è scemato. Si può ritenere che il jū 柔 del jūjutsu sia una parola caratterizzata dal movimento fluido e senza attacco di sola forza, e che sia la parola che caratterizza la Sostanza come stabile e senza-forma. Pertanto, jū yoku gō wo sei su significa “chi impiega il ki vince su chi combatte di forza”. Il fondamento che rende possibile questo tipo di strategia di combattimento è il Centro della Sostanza. In altre parole, si può pensare che il Principio del jū (ciò che degno di essere considerato jū) risieda nel Centro 中. Il Principio del jū viene anche spiegato come nai gō gai jū, tuttavia, come spiegato nel Jikishin ryū, “quando l’esterno è flessibile e l’interno è vigoroso, allora (nel cuore) non entrano desideri delle cose
V Conclusioni
Nel Lǎozi, jū e jaku sono due termini che definiscono il Dào, e che ne esprimono lo stato di quiete, senza-forma, la difficoltà di conoscerne il lavoro, l’azione che non si volge nella direzione dello scontro. Come parole che definiscono il Dào, jū, oppure jaku, poiché tutte le cose che hanno una forma definita, come gō kyō kei, nascono dal jū e ad esso ritornano, e il jū è dunque qualcosa che comprende tutte le cose, significano che il jū governa ciò che è duro e forte, jū e jaku vincono su ciò che è rigido e forte.
Ancora, si può pensare che “l’essere del jū
Il jū del Sanryaku ha il significato di “dolcezza, armonia”, e lo si può considerare come jū opposto a gō, cioè a “ferire” e “uccidere”. Pertanto, si può pensare che il significato di jū ha yoku gō sei su sia che la virtù della dolcezza e dall’armonia, per via del fatto che essa viene sostenuta e amata dagli altri, ha la meglio sul male del ferire e dell’uccidere. Tuttavia, ciò che nel Sanryaku è considerato di maggiore importanza è la strategia di combattimento, la combinazione di jū ha yoku gō sei su secondo la quale “non esprime forma (jaku), si trasforma fluidamente (jū), ha la meglio sull’avversario (gō kyō).
Si può pensare al jū del jūjutsu come a una parola caratterizzata dal “porre il cuore al centro, leggere in anticipo l’intenzione dell’avversario di agire, non opporre forza alla forza dell’avversario tramite l’uso del ki, vincere colpendo il luogo dove il ki del nemico è mancante”, “l’azione fluida che non attacca con la sola forza fisica”, e inoltre la parola che caratterizza la stabilità e la non-forma della Sostanza. Pertanto, jū ha yoku gō sei su ha il significato di “chi impiega il ki, vince su chi combatte solo con la forza”.
Infine, confrontando il Lǎozi, il Sanryaku e la teoria del jūjutsu, vi è una differenza che consiste nel porsi, nel caso di quelli, come obiettivo la pace, e nel caso di questo come obiettivo la strategia per la vittoria concreta. Tuttavia, l’azione che essi considerano come ideale è simile, si può caratterizzarla in ciascun caso come jū e, in merito alla Sostanza che genera questa azione, ha in comune “la condizione di armonizzazione del ki che esprime jū e gō, senza esso manifesti alcuno dei due”. Si può ritenere che la ragione consista nel fatto che, paragonata alla condizione nella quale si tende verso l’uno o verso l’altro, la condizione di armonizzazione di inyō 陰陽 è, oltre che stabile e armoniosa, superiore per quanto riguarda l’osservare e il conoscere le cose, ha minor rischio di essere osservata o conosciuta dall’altro, e può effettuare i cambiamenti da una condizione all’altra velocemente e fluidamente.
A fronte di quanto sopra, si può ritenere che la ragione di ciò che può essere definito jū risieda nel Centro dell’Armonizzazione di in 陰 e yō 陽.
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Fino alla prossima volta
Acqua Autunnale
gasshō _/\_
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