Kano Jigoro - Kokutai (Addestramento della gioventù - 1910)
Kokutai
"L’alto monte Fuji è conosciuto in tutto il mondo come la
famosa montagna del nostro paese. I fiori di ciliegio di Yoshino sono rinomati
nel mondo come i famosi fiori del nostro paese. Il monte Fuji è veramente
sublime, il fiore di ciliegio è meraviglioso. Tuttavia la ragione che distingue
il nostro paese dal gruppo del resto del mondo non si trova in cose come il
preservare la più grande prosperità, ma risiede nel kokutai. Risiedono nel kokutai
di dignità e grazia senza paragoni nel mondo. L’eccellenza del nostro kokutai è fin dal principio una cosa
così evidente che non è quasi necessario spiegarla. Che il nostro kokutai sia degno e grazioso è fattuale,
senza fare ricorso a dibattiti o spiegazioni verbali, quanto l’esistenza del
sole e della luna appesi nel cielo. Non è qualcosa che si debba addirittura
osare di spiegare. La promessa dell’antenato imperiale (Amaterasu Oomikami) che
finché l’istituzione imperiale fiorirà la prosperità della nazione sarà
sconfinata come il Cielo e la Terra è eterna, e la storia millenaria della
nostra nazione ne è la prova. Così sarà in futuro, per quante decine di
migliaia di ere possano trascorrere. In questo mondo governato da fenomeni dominati dalla legge del karma,
anche nel nostro paese la stabilità e l’instabilità sono andate e venute a
seconda del tempo, ma fin dall’Epoca dei Kami la differenza fra sovrano e
suddito, superiore e inferiore non è stata minimamente infranta, e nemmeno per
un giorno vi è stata confusione in merito a ciò che è eticamente doveroso. Così
i membri del popolo sono stati uniti attorno alla Casa Imperiale, e dunque
senza la Casa Imperiale al proprio centro non avrebbero potuto unirsi."
國體
富士の高根は我が國の名山として世界に知られて居る。吉野の櫻は我が國の名花として世に稱せられて居る。實に富嶽は崇高である、櫻花は清麗である。併し我が國の世界群邦に卓出して最大光榮を保って居る所以は、此等などにあるのではない、國體にあるのである。尊厳優美世界に比較なき國體にあるのである。そもそも我が國體の秀でたることは余りに明白な時事で殆ど之を説明する必要はない。我が國體尊厳優美なることは議論や言説を須たず、日月の天に懸けるが如く現存の事實である、説明を敢えてするまでもない。
寳祚の隆なること当に天壤と窮なかるべしとの天祖の御誓は萬古常新で幾千年の國史が之を實證して居るのである。未来幾萬世を經ても亦然るべきものである。
有爲轉變の世の習い、さすが我が國にも時に治亂盛衰はあったけれども、君臣上下の區別のみは神代以来少しも毀れず、大儀名分は一日たりとも亂れたことがないのである。さうして國家民人は皇室を中心として統一せられたのである、また皇室を中心とせねば統一されなかったのである。
Analisi
Dal punto di vista grafico vi sono tre elementi immediatamente visibili:
·
l’uso dei caratteri non semplificati, vedi 國 in luogo di 国
·
l’impiego del Rekishiteki kanazukai, cioè la grafia classica, al posto del Gendai kanazukai, cioè la grafia
moderna. Vedi さうしてsaushite in luogo di sōshite.
·
La presenza di gruppi di quattro caratteri,
cioè di yonmoji jukugo四文字熟語, ad esempio 尊厳優美 sonken yūbi, 萬古常新 banko tōshin, 治亂盛衰chiran seisui.
I caratteri non semplificati e il Rekishiteki
kanazukai vennero abbandonati con la Riforma del 1946 a favore dei
caratteri semplificati e del Gendai kanazukai, il che fa supporre che il testo sia stato composto nel periodo
anteguerra. L’impiego dei yonmoji jukugo qualifica
l’autore come individuo in possesso di una educazione di alto livello, in
quanto i yonmoji jukugo sono un
elemento caratteristico del kanbun,
cioè la prosa e poesia in cinese. Il numero di caratteri cinesi è direttamente
proporzionale alla qualità dell’educazione ricevuta.
A livello simbolico, l’autore gioca su una interessante opposizione fra
l’eternità immutabile del Monte Fuji e la caducità transeunte del fiore di
ciliegio. E’ da notare che il nome Fuji 富士,
letteralmente “abbondanza di uomini(armati)”, trae origine dall’episodio del Taketori monogatari in cui il Tennō,
sconsolato per la partenza di Kaguya hime, ordina alle sue truppe di bruciare
l’elisir dell’immortalità, che aveva da ella ricevuto in dono, sulla vetta più
alta del paese, assieme ad una lettera, così che il fumo, ascendendo al cielo,
potesse farle pervenire il messaggio. Varianti grafiche di Fuji sono 不二, non-due,
cioè unico, e 不死, non-morte,
cioè immortale. Di segno diametralmente opposto è l’immagine del fiore di
ciliegio, il quale incarna il principio buddhista del mujō 無常,
l’impermanenza di tutte le cose. Per l’ideale estetico giapponese, la natura
della bellezza del fiore di ciliegio risiede nella sua rapida sfioritura.
L’idea viene sovente ribaltata e utilizzata specularmente per celebrare la
morte in battaglia, in particolar modo dei giovani, in modo affine
all’affermazione di Menandro “muore giovane chi è caro agli dèi”. Il paragone
del sole e della luna e la menzione del cielo sono da collocarsi nel discorso
shintō: la mitica progenitrice della stirpe imperiale, Amaterasu Oomikami, è un
kami solare, suo fratello è un kami lunare, e la loro dimora è
Takaamahara 高天原, gli Alti
Campi del Cielo.
Dal punto di vista stilistico, l’aderenza a uno stile compositivo
reminescente dei testi cinesi classici è evidenziato dal parallelismo della
sintassi:
“L’alto
monte Fuji è conosciuto in tutto il mondo come la famosa montagna del nostro
paese. I fiori dei ciliegi di Yoshino sono rinomati nel mondo come i famosi
fiori del nostro paese. Il monte Fuji è veramente sublime, il fiore di ciliegio
è meraviglioso”.
A livello contenutistico, l’autore riesce abilmente a citare in poche
righe tutte le maggiori tradizioni religiose dell’area sino-giapponese: il
buddhismo, con il riferimento al karma e al continuo mutamento; il Daoismo, citando
direttamente il Zhuāngzi nell’espressione 治亂盛衰;
lo shintō, nel momento in cui menziona l’Era dei Kami 神代, il
Confucianesimo, quando parla del rapporto fra suddito e sovrano e fra superiore
e inferiore con l’espressione kunshin jōge 君臣上下
Gli enunciati che seguono sono in linea con la costruzione, o per meglio
dire con la ricostruzione, dell’ideologia dello Stato giapponese: si afferma
l’unicità del Giappone non in termini di superiorità economica, ma per via del
suo kokutai. Si tratta di termine
greve di significati sovrapposti: a un primo livello è costituito dai caratteri
di paese e corpo, ma 國 ha anche il
valore di nazione nella sua valenza giuridica, cioè come popolo che parla una
lingua comune e abita lo stesso territorio, perciò kokutai significa in senso lato il Corpo della Nazione, la sua
forma, il suo assetto, il suo manifestarsi come entità. E’ un termine di
derivazione cinese, il cui uso si fa relativamente comune in Giappone durante
l’epoca Tokugawa, a seguito del suo impiego da parte della Scuola di Mito, la
quale era alla guida del movimento per la restaurazione del potere del Tennō a
scapito dello shōgun. Il Rinnovamento Meiji si tradusse, dal punto di vista
politico, nella distruzione dell’ordine precedente e nell’edificazione di un
nuovo ordine il cui regime era costruito con la figura del Tennō al proprio
centro. Lungi dall’essere una posizione univoca, il dibattito sull’effettiva
funzione del Tennō e sulla posizione dell’istituzione imperiale nei confronti
dello Stato infuriò a lungo. Alcuni sposavano la tesi che la Costituzione Meiji
del 1889 avesse definito il Tennō come un organo dello Stato a tutti gli
effetti, privo pertanto di privilegi nei confronti dello stesso, mentre altri
sostenevano una interpretazione letterale del Kojiki e la conseguente natura
superumana del Tennō.
L’autore usa parole estremamente specifiche, come寳祚 e 皇室. Quest’ultima
è una sineddoche piuttosto comune, qualcosa di simile all’idea di mikado御門, dove “la
sala imperiale” sta per il suo occupante, secondo il ben consolidato costume
giapponese in base al quale maggiore è la distanza fra sé e il parlante, più
grande è la deferenza mostrata. In questo caso, ci si riferisce all’edificio
per non menzionare chi vi risiede, segno di enorme rispetto. Il primo termine,
e la frase che ad esso si accompagna, sono tratti dal Nihon shoki, il secondo libro più antico della letteratura
giapponese, e precisamente dalla sezione che narra dei Tre Grandi Ordini
Imperiali (sandai shinchoku 三大神勅) che
Amaterasu Oomikami diede al proprio nipote Ninigi no mikoto quando lo inviò a completare
la colonizzazione dell’arcipelago giapponese. Il primo di questi ordini afferma fra l’altro:
寶祚之隆、當興天壤無窮者矣
Fino a che l’istituzione imperiale prospererà, la prosperità della
nazione sarà eterna come il cielo e la terra.
Questa è la base ideologica per la costruzione intorno all’idea del Tennō come centro
del potere politico e del potere spirituale. Assieme agli altri elementi sopra citati,
costituisce il capisaldo della retorica di massa sia durante la guerra che
durante la precedente ascesa del militarismo, che coincide grosso modo con la
morte del Tennō Taishō e l’incoronamento del Tennō Shōwa, conosciuto in
occidente come Hirohito.
Si potrebbe essere tentati di immaginare il brano come il risultato
della pressione esercitata dalle autorità durante la guerra, ma il testo da
quale è tratto venne pubblicato nel 1910, appena due anni prima della fine del
periodo Meiji, dunque prima dell’ascesa del militarismo, il che depone a favore
del fatto che l’autore abbia espresso nel testo le sue convinzioni personali e
non la propria versione della propaganda di guerra. Il libro è intitolato Seinen kunren 青年訓練, “addestramento della gioventù”.
Il suo autore è Kanō Jigorō.
Fino alla prossima volta
Acqua Autunnale
gasshō _/\_
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