Gohatto - kenjutsu e kendo nella fine dello Shogunato Tokugawa

Apertura

In ossequio all'idea fondante del nostro lavoro, ci dedichiamo questa volta ad alcuni aspetti del kendō 剣道 e del kenjutsu 剣術 prendendo spunto dal film Gohatto 御法度  di Oshima Nagisa.

Contesto

Gohatto 御法度 affronta una serie di temi che si potrebbero definire scomodi, fra i quali la pratica dell'omosessualità maschile, l'etica del samurai, la morte, la politica degli ultimi anni dello Shogunato Tokugawa rispetto agli occidentali. Malgrado il doppiaggio, fatta salva quale licenza poetica, abbia fatto un lavoro di buona qualità, è impossibile cogliere il modo in cui gli accenti e la scelta delle parole caratterizzano le dinamiche fra i personaggi principali e i comprimari.
Quello che troviamo di particolare interesse sono le scene di combattimento, delle quali offriamo di seguito una breve discussione.


Il primo scontro





Gohatto (1999) - Tutti i diritti riservati 

Il Film si apre con la fase finale del processo di selezione di nuovi elementi per il Shinsengumi 新撰組, un corpo speciale di polizia il cui compito era mantenere l'ordine e la sicurezza a Kyōto, il che significava di fatto sedare qualsiasi movimento sedizioso prima che avesse tempo di attecchire. Come dice il nome, "Nuova Squadra Scelta", si trattava di una forza di élite, alla quale si accedeva non senza difficoltà.
La prima scena mostra un candidato anonimo affrontare Okita Sōji, comandante della Prima Unità Shinsengumi e noto come uno dei migliori spadaccini della forza.

0:03 La prima cosa da notare, già al minuto 0:03, è che Okita fa il saluto senza distogliere gli occhi dall'avversario, mentre questi china la testa. Nel kenjutsu, come nel kendō, la costante consapevolezza del pericolo è parte della pratica, e abbassare gli occhi durante il saluto è un fattore di rischio che espone a un attacco. Okita, esperto, non commette questo errore, mentre il suo avversario sì.

Okita comincia lo scontro quasi senza mettersi in guardia e dal punto in poi le sole guardie che usa sono gedan kamae 下段構, una guardia basso il cui valore difensivo consiste nel togliere all'avversario lo spazio per attaccare, e chūdan kamae中段構, la guardia standard dalla quale è agevole passare in tutte le altre. 
Okita sta applicando il principio, espresso da Yagyū Munenori, di fare in modo che sia l'avversario ad attaccare, per poi trarne vantaggio. 

0:10 l'avversario cambia una serie di guardie durante lo scontro. Una di queste è visibile al minuto 0:10. Non fa più parte del kendō, ma è presente in varie scuole di kenjutsu.

0:12 Okita attacca con una mano sola. Il colpo esiste, anche se raramente usato, anche nel kendō odierno.

0:20 Okita passa in corpo a corpo, adattandosi in modo tale da poter proiettare l'avversario tramite kote gaeshi. 

0:28 Okita intrappola il braccio dell'avversario e lo proietta di nuovo, concludendo lo scontro.

E' interessante notare che mentre Okita, all'infuori del bokutō, è disarmato, l'avversario indossa tutte le protezioni tipiche del kendō e già ampiamente in uso all'epoca in cui il film è ambientato.

Il secondo sfidante, Kanō Sōzaburō, si dimostra subito un combattente migliore, in quanto più cauto e più misurato. All'inizio dello scontro rimane in guardia e cerca di cambiare posizione, per vedere se è possibile indurre Okita a mostrare un punto debole (suki 隙)

0:58 Kanō attacca con una sola mano dall'alto, come aveva in precedenza fatto Okita.

1:00 Dopo una serie di rapidi botta e risposta, Kanō si ritira momentaneamente mettendosi in guardia hassō kamae 八相構. La scelta di quest'ultima in luogo della più semplice e più aggressiva jōdan kamae 上段構 non è casuale, in quanto assumere la guardia alta per affrontare un superiore era considerato mancanza di rispetto. 

1:28 Lo scontro si conclude. Okita attacca per tre volte nello stesso modo. Kanō crede di vedere un'apertura per attaccare l'addome, ma Okita svia il suo attacco e colpisce alla testa.

Il terzo e ultimo scontro è contro Tashiro Hyōzō. Anche questi commette l'errore di non mantenere il contatto visivo al momento del saluto, e dimostra da subito un controllo imperfetto del combattimento. Mentre la punta della spada di Okita ferma e diretta continuamente verso la gola dell'avversario, la punta della spada di Tashiro si muove, indicando scarsa determinazione.  

1:47 Il primo assalto termina subito con la vittoria di Okita, che approfitta facilmente di un colpo di Tashiro portato senza convinzione, dunque inefficace.

2:00 Okita e Tashiro ingaggiano quello che è chiamato tsuba seriai 鍔競り合い, cioè lo scontro con le guardie che si toccano, in cui ciascuno tenta di sbilanciare l'altro per poi colpire. 

2:24 Okita prende l'iniziativa, costringe Tashiro a mostrare un varco nella guardia e lo finisce con un colpo all'addome.



Il secondo scontro








Il secondo scontro vede Kitano Takeshi nei panni di Hijikata, comandante della Seconda Unità, affrontare in successione Kanō e Tashiro. All'inizio, Hijikata Toshizō, vice comandante in capo del Shinsengumi, entra nel keikojo dove si stanno affrontando due coppie di combattenti, una delle quali utilizza lo shinai 竹刀. E' interessante notare che, al momento di fermarsi per salutare il superiore, entrambi lo fanno con i piedi aperti e con la spada nella sinistra, il che significa che è pronta per essere sguainata e utilizzata. Tradizionalmente, l'ingresso nel keikojo si svolge con la spada nella destra, per dimostrare di non avere intezioni bellicose. 

0:01 Hijikata non assume nessuna guardia. E' indice della sua fiducia e della sua abilità in combattimento, poiché non assumendo nessuna guardia è pronto ad adattarsi a qualunque circostanza. Dal canto suo, Kanō in waki kamae 脇構, che veniva usata per nascondere all'avversario la lunghezza della propria spada e per invitarlo ad attaccare il lato sinistro del corpo, perché scoperto.

0:06 Hijikata e Kanō si trovano subito in tsuba seriai 鍔競り合い

0:12 mentre Kanō cambia peso da una gamba all'altra, indicando che è in difficoltà, Hijikata è ben piantato in equilibrio sui due piedi.

0:32 di nuovo in tsuba seriai 鍔競り合い, questa volta Hijikata riesce a sbilanciare Kanō e farlo sbattere contro la parete.

Il combattimento successivo è contro Tashiro, che è avversario inferiore rispetto a Kanō. Anche qui, fin dall'inizio la punta della spada di Tashiro non è ferma e decisa, ma continuamente in movimento.

1:17 Hijikata è molto più aggressivo che in precedenza, accorciando deliberatamente la distanza issoku ittō 一足一刀 per poter attaccare e andare a segno. La difesa di Tashiro è inefficace, Hijikata lo disarma e lo fa cadere.



Il Terzo scontro


Kanō si allena in quello che è a tutti gli effetti kendō insieme a un superiore, Inoue, il quale dà prova di enorme inettitudine. I suoi movimenti sono disordinati, non allunga la gamba sinistra, non distende le braccia e soprattutto non fa precedere il colpo al movimento di seme 攻め, con il quale si cerca di portare l'avversario a una posizione indifendibile. 

Il Quarto scontro


Kanō, impegnato in una missione notturna non autorizzata insieme a Inoue, si batte uno contro uno contro un cospiratore di Toba. Evidentemente più esperto, questi prima oppone una guardia mediana alla hassō kamae di Kanō, quindi, giunti in tsuba seriai 鍔競り合い, approfitta del movimento per procurare a Kanō un taglio sulla fronte.

Il Quinto scontro


Yamazaki, un membro del Shinsengumi, viene attaccato nottetempo da un misterioso assalitore. La prima guardia assunta da quest'ultimo è hassō kamae, il che farebbe presumere che si tratti di Kanō poiché l'ha usata più di una volta dall'inizio del film. Yamazaki evade il primo assalto, quindi si presenta formalmente con nome e grado, come prevede l'etichetta dei combattimenti fra samurai. Dopo un ulteriore scambio di colpi, lo scontro si risolve in un nulla di fatto e l'assalitore si dilegua. 

Il Sesto scontro

Kanō e Tashiro si affrontano per l'ultima volta nella nebbia. Durante le prime fasi, Kanō adotta nuovamente hassō no kamae, quindi finisce in tsuba seriai 鍔競り合い e viene colpito al kote 小手 da Tashiro, in maniera analoga a come Hijikata lo aveva già colpito in allenamento, venendo da questi disarmato. Alla fine del duello, Kanō riesce a distrarre Tashiro per il tempo necessario a estrarre il wakizashi e ferirlo gravemente, per poi finirlo tagliandogli la gola a terra.

Il film si conclude con Okita Sōji che giustizia Kanō fuori campo, per la sua intrinseca malvagità, e Hijikata che, dimostrando una tecnica battō, abbatte in un solo colpo un albero di ciliegio.





Quest'ultima scena è interessante perché rovescia uno dei topoi della letteratura giapponese classica. Tradizionalmente, il ciliegio fiorito è considerato l'esempio per antonomia del mujō 無常, l'impermanenza, e per questo in grado di evocare nell'osservatore il mujōkan 無常感, il sentimento di impermanenza di tutte le cose. I fiori sbocciano e cadono nel giro di una settimana, e la loro bellezza è dovuta in parte proprio al fatto di essere così rapida a svanire. Questo è quello che in letteratura giapponese viene chiamato mono no aware もののあわれ, la sensazione di compassione e commozione evocata dalla finita bellezza delle cose. Tuttavia, nel caso in questione, la bellezza di Kanō è il canale attraverso il quale il male è penetrato all'interno del Shinsengumi. Così, mentre Okita abbatte fisicamente il nemico, Hijikata lo abbatte metaforicamente, recidendo in un colpo solo l'albero assimilato a Kanō Sōzaburō.

Fino alla prossima volta
Acqua Autunnale
gasshō _/\_

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