Punti vitali, Fujita Seiko e Henry Plée
Per cominciare: i punti vitali esistono?
Cominciamo con la una definizione che ne dà il sito kotobank, uno dei principali dizionari online in lingua giapponese (Vai alla pagina):
きゅうしょ【急所】
そこに打撃を受けると生命にかかわる場所をいう。眉間(みけん)など全身に40ヵ所内外あり,それらの多くは東洋医学でいう経穴(つぼ)に一致し,皮下の浅いところを大血管が通過していたり,骨の薄いところや,自律神経が集中していたりして,打撃によって外傷性ショックを起こしやすい場所となっている。なお,武道などでは,生命にはかかわらなくても,そこへの攻撃によって,その人の行動を封じることができる場所をも急所とよぶことが多い。 Kyūsho Sono detti quei punti i quali, se colpiti, posso mettere a repentaglio la vita. Ve ne sono circa una quarantina in tutto il corpo, corrispondenti in larga parte agli tsubo della medicina orientale: zone in cui grandi vasi sanguigni passano sottopelle, zone in cui le ossa sono sottili, zone in cui si concentrano i fasci nervosi, e che a seguito di un colpo possono provocare facilmente uno shock da trauma esterno. Inoltre, nel budō, ve ne sono numerosi che, pur non mettendo a repentaglio la vita, possono impedire i movimenti di chi viene colpito.
Popolarizzazione di punti vitali
Purtroppo per tutti i veri cultori di arti marziali e medicina orientale, la maggior parte dei non addetti ai lavori, quando sente parlare di punti vitali, ha in mente questo:
Vale a dire, una rappresentazione volutamente esagerata ed eccessiva a fini meramente commerciali, e che tuttavia può` essere facilmente disinnescata con un po` di buon senso.
Ciononostante, non sono davvero pochi i prodotti che hanno usato a sproposito concetti come la medicina orientale e i punti vitali, proponendone una immagine falsata che, venendo raramente controbilanciata da informazioni corrette, ha finito per radicarsi saldamente nell'immaginario comune.
Una difficoltà più insidiosa
Si diceva prima che in molti casi basta esercitare un po` di buonsenso per capire la differenza fra ciò che è realtà e ciò che non lo è. Il problema si complica quando si ha a che fare con un testo scritto, specie se in forma di libro. Per via della nostra educazione, tendiamo infatti ad attribuire una maggiore autorevolezza alla parola scritta che a quella orale, specialmente quando essa è ben confezionata.
Il caso Fujita Seiko - Henry Plée
IMPORTANTE: prima di procedere, intendiamo specificare che non riteniamo la casa editrice responsabile degli errori o delle inesattezze di cui sotto, poichè il solo modo per verificarle sarebbe stato disporre di un membro dello staff che parlasse giapponese e che fosse appassionato di arti marziali.
Tanti anni fa ci imbattemmo in un libro che saltava immediatamente all'occhio per due ragioni: il formato inusualmente grande e il prezzo, notevolmente al di sopra della media. Ci riferiamo a un tempo in cui in Italia circolava ancora la Lira. Gli autori risultavano essere Fujita Seiko (Fujita Seiko su Wikipedia) e Henry Plée. Quest'ultimo è stato un grande maestro di karate di origini francesi, che ha al suo attivo, fra diverse altre, la pubblicazione "L'arte sublime ed estrema dei punti vitali", oggetto della nostra trattazione.
Cosa c'è che non va?
Un trafiletto all'inizio dell'opera avverte che essa contiene la traduzione di uno studio scientifico effettuato in Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale. Il testo originale in questione non è disponibile in lingua occidentale, ma se si cerca su internet si puo' riuscire a trovarne una copia in PDF. Confrontando le due opere, emergono alcune sostanziali differenze:
- Il nome dell'autore.
In primis, il nome dell'autore giapponese è sbagliato. 西湖 si legge Seiko, non Saiko. Potrebbe sembrare un eccesso di puntiglio, ma in una lingua come il Giapponese in cui i dettagli trasformano completamente il significato della frase è opportuno stare attenti a ogni sfumatura.
- I titoli dell'autore giapponese
Nell'edizione giapponese del testo, Fujita Seiko viene definito
南蛮殺到流拳法宗家三世 Nanban sattōryō kenpō sōke sansei : terzo caposcuola (sōke) dello stile Nanban sattō ryū di combattimento a mani nude (kenpō). Il Nanban sattō ryū è uno stile di caratterizzato dalla combinazione di jūjutsu e atemi e da un particolare rafforzamento delle dita (Nanban ryu su wikipedia)
忍術甲賀流第十四世 ninjutsu Kōga ryū dai yonsei : quattordicesimo ninjutsu Kōga ryū (presumibilmente erede o caposcuola).
Nell'edizione occidentale, viene chiamato,oltre a XIV Patriarca della scuola Kōga ryū di ninjutsu, "Direttore responsabile de Centro di Ricerca Nazionale Giapponese sulle Tecniche Guerriere Ancestrali".
Ora, l'edizione giapponese riporta in effetti la dicitura 日本武術研究所, che si può tradurre con Centro(sho 所) di Ricerca (kenkyū 研究) sulle tecniche di combattimento (bujutsu武) giapponesi 日本. Non c'è alcun riferimento a "nazionale", né tantomeno ad "ancestrale", che contribuiscono però ad ammantare il tutto con un'aura di mistero.
- L'introduzione.
ITALIANO: è accompagnata dalla nota "questa prefazione è quella della prima pagina del documento top secret che nel 1944 è stato affidato agli istruttori incaricati della formazione di corpi speciali d'intervento dell'esercito giapponese [...]". In effetti, il testo non è top secret, è attualmente in stampa e aquistabile anche online. Ecco il testo:
Quest'opera raccoglie uno studio fisico e fisiologico completo dei documenti forniti dai ryu (scuole d'arti marziali molto antiche) giapponesi per quel che riguarda i kyūsho, gokui e satsu-kappo.Contiene le conclusioni degli studi compiuti dal Centro Nazionale Giapponese di Ricerche sulle Teniche Guerriere Ataviche per quel che riguarda l'autenticità dei punti vitali del corpo umano e degli antichi metodi di rianimazione.Fornisce i riferimenti anatomici precisi e le spiegazioni scientifiche che permettono di provocare lesioni interne ad effetto immediato o ritardato.Le conclusioni sono state fissate sulla base di moltissimi esperimenti che hanno provocato sia lo svenimento che la morte dei soggetti studiati.Se i punti vitali menzionati vengono toccati o colpiti secondo le istruzioni fornite e se si eseguono i metodi di rianimazione come vengono esposti, si otterranno esattamente i risultati descritti.È mio sincero desiderio che tutti coloro che si dedicheranno allo studio di quest'opera si fidino completamente di ciò che viene esposto.
Decisamente altisonante e sinistro. Vediamo invece la versione giapponese.
はしがき本書は、武術拳法に伝へる名流各派の極意活殺法を、人体生理解剖学上に基づき永年実験研究を重ねたる結果、その最も適確有効と認むる急所の正位置を一々解剖図上に明示しその打撃の要領と、仮死即倒の原因を、医学的見地より解明したもので、本書により、箇所と打撃の要領を熟得練磨せば、一撃よく人を倒し、人を活す、殺活自在の妙を得ること確実なりと信ず。Hashigakihonsho ha, bujutsu kenpō ni tsutaeru meiryū kakuha no gokui kassappō wo, jintai seiri kaibōgaku ue ni motozuki einen jikken kenkyū wo kasanetaru kekka, sono mottomo tekikaku yūkō to mitomuru kyūsho no seiichi wo ichi ichi kaibōzu ue ni meiji shi sono dageki no yōryō to, kashi sokutō no genin wo, igaku kenchi yori kaimei shita mono de, honsho ni yori, kosho to dageki wo jukutoku renma seba, ichigeki yoku hito wo taoshi, hito wo ikasu, sakkatsu jizai no myō wo eru koto to kakujitsu nari to shinzu.PrefazioneIl presente testo indica uno ad uno, tramite tavole anatomiche, la collocazione corretta dei kyūsho riconosciuti come i piu` accuratamente efficaci, risultato dei lunghi anni di ricerca ed esperimenti accumulati sulla base dell'anatomia del corpo umano, in merito ai metodi superiori di sakkatsu delle varie correnti e dalle scuole famose, trasmessi nelle tecniche di combattimento a mani nude, illustrandone dal punto di vista medico le cause dell'abbattimento immediato e della morte apparente e il modo in cui si deve colpire. Se ci si addestra diligentemente e si padroneggia la collocazione di questi punti e il modo di colpirli, credo che sia certo poter apprendere il segreti per usare il sakkatsu a proprio agio, abbattere una persona con un colpo solo o farla rinvenire.
La prima cosa da notare sono alcune caratteristiche sintattiche che indicano come il testo sia stato redatto prima della fine della Guerra: la forma -taru (kasanetaru 重ねたる) in luogo della forma -ta per il passato e la forma -muru ( mitomuru 認むる ) in luogo della forma -ru per il presente.
In secondo luogo, vi sono alcune parole appartenenti al gergo tecnico delle arti marziali e la cui traduzione risulta difficile senza fare ricorso a una perifrasi:
- 殺法 sappō: il hō 法 (regola, legge, regolamento,modo) di uccidere 殺
- 活法 kappō: il hō 法 di rianimare (letteralmente : far vivere)
- 殺活 sakkatsu: la combinazione dei due termini di cui sopra
- 極意 gokui: il primo kanji, che per inciso è il kime 極 del Kime no kata del Kōdōkan jūdō, signifa "più alto, superiore", mentre 意 vuol dire "idea" o "significato". Pertanto, gokui indica gli insegnamenti più alti o complessi di un'arte.
- 即倒 sokutō: il primo kanji significa "repentino, immediato", il secondo significa "cadere a terra".
- 仮死 kashi : il primo kanji significa "temporaneo", "ipotetico", il secondo significa morire. Tuttavia occorre notare che nel gergo delle arti marziali giapponesi, come dimostrato dalla sezione "tecniche di rianimazione" del manuale di Tenjinshin'yō ryū jūjutsu del 1893, il termine "morire" veniva spesso usato con il significato di "perdere conoscenza", ed è in questo senso che va interpretato il concetto di tecniche di rianimazione. Non si tratta di negromanzia
Anche da un confronto sommario è evidente che la prefazione occidentale è stata ampiamente rimaneggiata, vuoi dal traduttore dell'originale giapponese, vuoi dall'autore del testo in lingua occidentale. Di sicuro, non si parla di "effetto ritardato", di un sedicente "centro Nazionale Giapponese di Ricerche sulle Teniche Guerriere Ataviche", anche perché come è noto la piu` antica scuola di jūjutsu giapponese, il Takeuchi ryū, non venne fondata che nel XV secolo, e di certo non si parla di studi che hanno "provocato lo svenimento o la morte dei soggetti studiati". Infine, ed è la parte piu` importante, Fujita Seiko non desidera che alcuno si "fidi completamente di ciò che è esposto". Si tratterebbe di una formidabile incoerenza, dal momento che poche righe sopra parlava degli studi scientifici e delle spiegazioni anatomiche contenute nel testo, del tutto in contraddizione con il sapore fideistico della frase di chiusura dell'introduzione occidentale.
- Le tavole anatomiche
Malgrado l'autore insista sulla completezza della traduzione e sul non aver alterato i disegni, vi sono in realtà svariate tavole annotate nell'edizione giapponese ma prive di note dell'edizione italiana.
- I messaggi fra le righe
Il fatto che si passi dai "lunghi anni di ricerca ed esperimenti" del testo giappone alla traduzione, platealmente falsa, degli esperimenti che portano allo "svenimento e alla morte dei soggetti studiati" serve a corroborare l'affermazione dell'autore secondo il quale Fujita Seiko dirigive un centro di ricerca in cui, durante il periodo finale della guerra, si sperimentavano attachi ai punti vitali su soggetti umani vivi, allo stesso modo in cui i medici dell'Unita` 731 sperimentavano armi batteriologiche sui prigionieri di guerra in Cina. Questo farebbe di Fujita Seiko un criminale di guerra. Vi sono diversi fatti a confutazione di quella che è una evidente calunnia:
- Il sedicente "Centro di ricerca nazionale giapponese sulle tecniche di combattimento ancestrali" non è mai esistito e non è menzionato nel testo originale.
- Il testo originale asserisce chiaramente che il contenuto del manuale deriva da anni e anni di ricerca ed esperimenti, non parla affatto di esperimenti su cavie vive.
- Fujita Seiko non fu mai accusato né processato per crimini di guerra, né tantomeno "importato" negli Stati Uniti, come accadde invece a svariati esperti del programma di guerra batteriologica giapponese, che scamparono al processo di Tōkyō in cambio delle loro conoscenze
- Le tecniche di rianimazione
Qualsiasi manuale di combattimento giapponese risalente a prima della Guerra contiene sempre, in fondo, una sezione dedicata alle tecniche di rianimazione o a quelle per ricomporre una frattura. Lo stesso vale per il testo originale giapponese, ma la sezione è del tutto assente nella versione occidentale proposta da Plée, malgrado la sua amplissima e dettagliata discussione degli aspetti piu' "aggressivi" del manuale.
- Il titolo
Pur con tutta la buona volontà e la licenza poetica del caso, è davvero impossibile tradurre gokui 極意 con "Sublime ed estremo". Il titolo originale,
拳法極意當身殺活法明解 kenpō gokui atemi sakkappō meikai,
significa semplicemente
"spiegazione 明解 degli insegnamenti superiori 極意 degli atemi 當身 e dei modi 法 di sakkatsu 殺活del combattimento a mani nude 拳法 "
Conclusione
Senza nulla togliere a un editore che siamo certo abbia agito in buona fede, il testo originale è stato chiaramente modificato per renderlo più appetibile al pubblico occidentale, tramite l'aggiunta di elementi che suggeriscono una trasmissione segreta di tecniche antichissime e la loro compilazione in un manuale militare a seguito di esperimenti cruenti su prigionieri inermi. Contro questo atteggiamento, che non si limita ai kyūsho, ma si estende potenzialmente a qualunque arte marziale, le nostre uniche armi di difesa sono lo studio costante, la diffusione di informazioni autentiche e, non da ultimo, l'esercizio del buon senso.
Fino alla prossima volta
Acqua Autunnale
gasshō _/\_
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