Che differenza c'è fra jutsu 術 e dō 道? Molto meno di quanto pensi. - Parte 2



Se jutsu 術 vuol dire tecnica, che cos'è waza ?

Ripartiamo da dove avevamo lasciato e chiamiamo in causa la linguistica per fare luce sul dilemma. In ogni aspetto della Natura, ivi compreso il linguaggio umano, esiste un principio di economia che risulta nella scomparsa di ciò che e' inutile. Due parole di significato simile coesistono solo se contengono delle sfumature che le differenziano, altrimenti una diventa ridondante e viene eliminata nel corso del tempo. Ad esempio, il fatto che esistano verbi come "camminare", "passeggiare", "arrancare", "caracollare", "incedere", "avanzare"  indica che i loro significati, benché simili, non sono esattamente sovrapponibili. 

Discorso analogo vale per la lingua giapponese, dove esistono numerosissimi esempi di parole con identica pronuncia che differiscono per grafia e significato. È questo il caso di waza, tradotto solitamente con "tecnica". Anche la parola jutsu viene tradotta a volte con "tecnica", altre volte con "arte". Bisogna quindi per prima cosa verificare cosa stiamo dicendo quando parliamo di "tecnica" e "arte" in italiano.

Ars e tékhnēτέχνη

Malgrado possano mandare un brivido di terrore lungo la schiena di molti, è giocoforza rivolgersi a latino e greco per capire il significato esatto dei termini in esame.
  • ARTE: (ars) viene dal verbo āre, che significa "articolare, ordinare", è alla base della parola "arte" e anche, curiosamente, di "arma" e "rito". Si accorda perciò bene con il significato del kanji 術 descritto nell'articolo precedente per quanto riguarda la conoscenza acquisita nel corso del tempo e trasmessa senza allontanarsene.
  • TECNICA(Tékhnē 

    τέχνη)

     
    è un termine greco che significa "mestiere", "artigianato", "arte" e che è all'origine della parola "tecnica". Viene usato nel contesto della filosofia occidentale per indicare una conoscenza finalizzata al fare o all'agire, a differenza della conoscenza fine a sé stessa dell'epistēmē. Per via del suo essere concreta, variabile e dipendente dal contesto, può essere una traduzione opportuna della parola giapponese waza

技 oppure 業?

Avendo identificato "arte" come una traduzione accettabile di jutsu 術 e "tecnica" come una traduzione accettabile di waza, non resta che risolvere l'ultimo problema: di quale dei due kanji che si leggono waza stiamo parlando?  

waza

意味
    {名} わざ。手足を使って施す細かい細工。
 {形} たくみ。わざがじょうずである。器用な。
解字
     支は、細い枝を手に持つさま。技は「手+(音符)支」 で、細い枝のような細かい手細工のこと。

Significati
    {sostantivo} azione, tecnica. Realizzare un manufatto fine e minuto utilizzando mani e piedi.
    {aggettivo} maestria. Una persona dotata di tecnica eccezionale. Abile, capace, provetto.


Etimologia del carattere

    Il carattere 支 indica il tenere in mano un ramo sottile. waza 技 「mano手+ (parte fonetica)  」 indica la fabbricazione manuale di un manufatto minuto e fine come un rametto.


waza

意味


  1. {名} ぎざぎざとしたは歯どめのついた台。音楽を奏するかねや太鼓をつるすための横板を渡す台。また、その横板
  2. {名} わざ。ぎざぎざとつかえて、苦労する仕事。
  3. {名} なりわい。生活のため苦労してする仕事
  4. {名} 苦労してためた財産。
  5. {動} 生活のための仕事とする。
  6. {副} すでに。仕事をした意から、すでに。。。したとの意の副詞に用いる。
  7. {名} むくいを生じるもととのなる善悪すべての行い。  
解字
ぎざぎざのとめ木のついた台を描いたもの。でこぼこがあってつかえる意を含み、すらりとはいかない仕事の意となる。

Significati

  1. {sostantivo} una superficie orizzontale dotata di una dentellatura. Un pannello dove appendere le campane musicali o i tamburi taiko.
  2. {sostantivo} azione. Un lavoro che richiede sforzo e che viene compiuto con una una superficie dentellata.
  3. {sostantivo} occupazione, ciò che si fa nella vita.
  4. {sostantivo} il patrimonio accumulato tramite il lavoro
  5. {verbo} il lavorare al fine di mantenersi.
  6. {avverbio} già...usato nel senso di essere già entrati in azione dopo il manifestarsi del pensiero di agire.
  7. {sostantivo} nell'ambito della dottrina buddhista, tutte le azioni, virtuose e malvagie, che costituiscono la base per la generazione del karma. Il termine karma deriva dal verbo sanscrito karman, "agito" "fatto", e lo si può considerare come il "motore" del ciclo delle rinascite.

Etimologia del carattere


Il carattere rappresenta graficamente una tavola di legno con una dentellatura. Comprende il senso di qualcosa dotato di asperità che viene usato, e indica un lavoro o una attività che non può essere svolta facilmente.


Perché è importante?   

           

Per due ragioni: la prima è che è sempre utile conoscere il senso delle parole che si usano. La seconda è che i significati di waza parlano del rapporto delle arti di combattimento con la formazione dell'essere umano, cioè del valore formativo e spirituale di fare ciò non è facile né agevole. Waza 技 è per così dire l'azione dal punto di vista fisico e anatomico, che ha conseguenze sul corpo dell'essere umano. Waza 業 è invece l'azione nella sua accezione più ampia di ciò che l'essere umano fa o compie, e ha conseguenze sul suo cuore e sul suo spirito. Infatti, la parola addestramento è detta shugyō 修業 (da 修, "correggere", e 業, "l'azione, gli atti, i gesti"...)

Quindi la differenza fra jutsu e è che...?


Nella parte 1 si è discusso, e scartato, la teoria che la differenza fra jutsu e consista nell'essere uno semplicemente una tecnica, o un insieme di tecniche, e l'altro una "via di vita". Questo perché il significato di "via" è presente tanto nel kanji jutsu 術 che nel kanji 道. 

Si ricorderà certamente che uno dei significati di jutsu è "seguire per anni la tradizione e trasmetterla così com'è", sfumatura che è invece assente in dō. In esso è presente, per via dei collegamenti con la tradizione buddhista, l'idea di educazione in senso lato e di edificazione dell'essere umano.  
Posto che tanto jutsu 術 che 道 prevedono l'esecuzione e l'applicazione di waza 技 (tecniche), si potrebbe dire che 
  • 術 è l'abile applicazione di una tecnica in funzione di un risultato immediato e concreto (nella fattispecie, la supremazia in combattimento, la realizzazione di un capolavoro etc.)
  • 道 è l'abile applicazione di una tecnica in funzione di uno scopo (la realizzazione dell'essere umano attraverso un "cammino", del quale non è possibile prevedere le tappe né il risultato finale).
Ciò che mi sembra davvero significativo, però, riguarda l'aspetto della trasmissione della tradizione così com'è. Nel corso del tempo si è diffusa l'erronea convinzione che sia stato il Maestro Kanō il primo a utilizzare il termine jūdō, mentre in realtà, come discusso in uno dei primi articoli pubblicati (judo o jujutsu?), vi erano almeno tre scuole di jūjutsu ad aver usato il termine jūdō precedentemente alla fondazione del Kōdōkan. Questo non sminuisce di una virgola la portata innovativa dell'azione del Maestro Kanō, ma contribuisce a chiarare il perché scelse di non usare il termine jutsu. La sua intenzione infatti, come affermato anche nella biografia Kanō Jigōrō, edita dal Kōdōkan nel 1953, non era di trasmettere semplicemente ciò che aveva imparato, cioè tecniche di combattimento corpo a corpo messe a punto due secoli prima e figlie di un tempo e di un mondo che andavano sparendo. Se così fosse sarebbe succeduto al proprio maestro come capo scuola dello stile Kito ryū. La sua azione di ricerca e di sintesi, volta all'applicazione della tecnica come strumento educativo, non per ottenere un risultato pratico fine a se stesso, fece sì che il proprio insegnamento si distaccasse in parte da quanto egli appreso dai propri maestri. Infatti, malgrado il Kōdōkan jūdō contenga elementi del Kito ryū, del Tenjinshin'yō ryū, del Sekiguchi ryū, non è la semplice riproposizione di quegli stili nella loro interezza, ma qualcosa di nuovo e diverso. In questo rifiuto di trasmettere la tecnica così come era stata tramandata in favore dell'adattamento della tecnica per sfruttarne il potenziale educativo e formativo sta la decisione del Maestro Kanō di chiamare il proprio stile di jūjutsu, e in questo sì, egli fu certamente il primo.

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