Jujutsu - Storia del Taijutsu (yawara)


In merito al nome del Taijutsu (Yawara )

L’origine del Taijutsu (Yawara)

 

Yamamoto Yoshiyasu e Shinohara Shin'ichi

 

La storia dello yawara taijutsu e l'origine del suo nome

Nota:

La ricerca, pubblicata nel Bollettino dell'Università Tenri nel 2001, illustra in dettaglio l'origine e l'evoluzione dello Yawara, o taijutsu, nel contesto della cultura marziale giapponese.

 

La creazione dello Yawara era basata sul Sumō, il quale era stato tramandato dai tempi antichi. Questo studio si concentra in particolare nel descrivere il processo di formazione del Wajutsu e del Jūjutsu

 

1                                        

Il taijutsu[1] (yawara) nasce con lo sviluppo delle antiche arti di combattimento[2] chikarakurabe[3] e kadoryoku[4], i quali poi divennero il sumō eseguito come arte marziale, ufficio religioso[5], competizione[6] o diletto[7] e sviluppatosi nel sechie[8] sumō della corte imperiale. Nel sechie sumō non veniva eretto il terrapieno odierno, ci si affrontava davanti agli occhi degli astanti proiettandosi e facendosi cadere, e chi “andava[9]” era lo sconfitto.   Con l’avvento dell’epoca Kamakura[10] fece la sua comparsa la classe dei bushi[11], e il sumō che era stato tramandato per lungo tempo fra la popolazione comune venne ribattezzato tsujizumō[12] o miyazumō[13]. Questa tradizione confluì nella classe dei bushi, e il centro del sumō si spostò verso la società dei bushi.

Il sumō dei bushi divenne la lotta[14] con la quale la vita veniva messa in gioco sul campo di battaglia, la lotta divenne l’arte marziale dei bushi, e l’addestramento fondamentale alle arti marziali tramite il sumō si diffuse largamente fra i bushi. È a questo punto che il sumō si evolse in arte di combattimento[15] per i bushi, divenendo un addestramento indispensabile per la realtà del campo di battaglia. In questa forma si protrasse a lungo, dalla fine dell’epoca Sengoku[16] all’inizio dell’Epoca Tokugawa[17].

In particolare, nell’ultimo periodo dell’epoca Sengoku, come risultato della coscrizione dei contadini come soldati di basso rango, i cosiddetti ashigaru, una strategia applicata per porre rimedio alla penuria di soldati, derivò la necessità di una educazione al combattimento e addestramento militare adeguati. Naturalmente nell’educazione e nell’addestramento era compresa l’educazione alla sistematizzazione, vi erano naturalmente severi addestramenti alle tecniche di combattimento bujutsu e all’attività militare in gruppo, e il punto importante dell’addestramento al bujutsu ricadeva sulla lotta corpo a corpo. I praticanti esperti, che avevano accumulato un lungo addestramento, valutavano man mano il progresso della tecnica, fissavano il programma tecnico, lo sistematizzavano unendolo alla disposizione mentale e spirituale al combattimento. Agli insegnamenti sistematizzati del bujutsu di questi eccezionali esperti venne dato un nome, ed essi divennero i ryūha. Quegli esperti eccezionali diedero origine ai vari ryūha di cio’ che viene chiamato kogusoku[18], koshi no mawashi[19], torite[20], hobaku[21], hakuda[22], tehaku[23], kenpō[24], koppō[25], kumiuchi[26], wa[27], wajutsu[28], jūjutsu.

 

2

Nel capitolo “sul come insegnare il sumō” del testo “Densho del sumō”, scritto nel VII anno dell’era Kōho (1722) da Kimura Ryūetsu Morinao, si dice: ‘nei racconti delle antiche battaglie si trova spesso il kumiuchi, le cui tecniche, lasciate spada e alabarda, e in base ai punti di forza e debolezza dei soli corpo e quattro arti, fanno la differenza fra vivere e morire. Pertanto, il kumiuchi è assolutamente necessario al bushi. Qui si trovano numerose tecniche utilizzate per ottenere la vittoria, e come i bushi dei tempi antichi praticassero il sumō’. Come si vede l’importanza del sumō, cioè del bujutsu, era spiegata, e addestramento basato su ciò si ipotizzava potesse accadere durante il combattimento reale sul campo di battaglia era fondamentale.

 Con l’ingresso nell’epoca Genpei[29], il kumiuchi divenne l’arte distintiva dei bushi, e i guerrieri a cavallo di quell’epoca, avendo come dovere la preparazione quadripartita al tiro con l’arco, alle armi bianche, al kumiuchi e all’equitazione, raramente morivano sul campo di battaglia nel solo combattimento all’arma bianca poichè, pur sconfitti nel combattimento armato, restava loro l’intenzione di combattere, e dovevano lottare fino all’ultimo in kumiuchi.

Come indica il termine kubidori kassen[30], il tagliare teste era la norma. In queste condizioni che i forti prevalessero sui deboli era la normale, e tuttavia era naturale che i deboli cercassero di ingegnarsi per lottare con i forti, dal che nacque la necessità della ricerca sulle tecniche che permettessero anche ai deboli di avere la meglio sui forti. Si pensava al bushi come a colui che non trascurava mai di addestrarsi e perfezionarsi.

I requisiti del kumiuchi dello yabusame Takeda ryū, originatosi durante l’epoca Genpei, erano:

 

  • Non lottare in maniera impacciata, e non permettere in questo modo all’avversario di capire quando si sguainera’ il proprio tantō. Inoltre, vedere chiaramente le aperture sotto l’ascella, la gola e il fianco dell’avversario.
  •  Afferrare il braccio destro dell’avversario per farne cio’ che si vuole liberamente.
  • Assumere la guardia bassa sinistra per far si’ che la propria manica destra non venga afferrata e per poter estrarre liveramente la spada. Toshi = il kumiuchi non è nella forza.

 

Inoltre, come riporta il Kōetsuheihōsho in merito al kumiuchi.

"Il punto di vista più importante del kumiuchi nel corso delle battaglie è che il kumiuchi non si ferma allo scontro uno contro uno, ma ha una grande importanza anche nello scontro fra eserciti."

Il risultato della comprensione del significato del kumiuchi sul campo di battaglia fu lo studio delle tecniche che portavano alla vittoria assoluta nel kumiuchi.

In seguito, con il declino del potere del bakufu[31] a seguito delle rivolte scoppiate nelle campagna durante gli undici anni prima e dopo la Guerra Ōnin, si entrò in un periodo di conflitti fra capi rivali, e come risultato del loro misurarsi in forza e del loro cercare di espandere il proprio domini, si entrò nel periodo in cui gli inferiori contravvenivano ai superiori[32], la cosiddetta epoca Sengoku. Le famiglie potenti e i daimyō[33], insoddisfatti del numero totale di bushi stabilito rigidamente dall’antico rapporto suddito-sovrano[34] dell’epoca Kamakura, e ritenendo invece necessario un gran numero di armati, impiegarono un gran numero i contadini coscritti come bushi di basso rango. Poiché non si era potuto provvedere a una quantità di cavalli da guerra sufficiente per montarli, divennero soldati appiedati. Erano dotati di un’armatura leggera in modo da minimizzare i costi dell’equipaggiamento, erano armati principalmente con alabarde e spade lunghe, e con l’aggiunta di reparti di archibugieri divennero la principale forza di combattimento in grado di decidere l’esito di uno scontro. Questa è la nascita dei cosiddetti ashigaru. Gli ashigaru erano soldati senza disciplina risultato delle coscrizioni dei contadini, perciò necessitavano di una adeguata educazione al fine di diventare una forza combattente. Questa educazione comprendeva l’educazione alla sistematizzazione, l’addestramento alle attività in reparto e l’addestramento al bujutsu, all’interno del quale era naturale che si effettuasse il kumiuchi come punto principale.

Questo condusse alla nascita del principio ‘yawara’, il quale è alla base del sumō e del kumiuchi e che i vari ryūha del periodo iniziale del jūjutsu originale chiamavano kogusoku, koshi no mawashi, torite, hobaku ,hakuda, tehaku, kenpō, koppō, kumiuchi, wa, wajutsu, jūjutsu.

 

3 Wajutsu

 Le circostanze della nascita del wajutsu sono così descritte nel Kitoryū kumiuchi mondō, redatto da un membro della famiglia di Terada nell’epoca Kōho (1716-1735)

In generale il modo di ottenere la vittoria contro chi indossa una armatura e utilizza le tecniche delle armi bianche è il kumiuchi. Tuttavia, il passato quelle tecniche non esistevano, e coloro che erano chiamati alle armi si addestravano nel sumō. Un giorno un rōnin[35] di nome Fukuno Shichiiemon[36], traendo dall’addestramento al sumō uno ryū di yawara, lo chiamò Ryōishintōryū. Questo è l’antenato del wa giapponese.

Secondo questo densho, prima della nascita dello yawara, i bushi si addestravano al sumō perché era tramite il kumiuchi che si poteva ottenere la vittoria contro coloro che combattevano in armatura usando le armi bianche. In particolare, un rōnin chiamato Fukuno Shichiemon sviluppo’ un ryū di yawara a partire dal sumō e lo denominò Ryōishintōryū, il quale divenne l’antenato dello yawara giapponese. Si può dunque capire che era tramite l’addestramento al sumō che i bushi potevano ottenere la vittoria sul campo di battaglia.

Inoltre, Yangyū Jūbe Mitsuyoshi[37], nel capitolo “Lo yawara” del testo “La meraviglia della luna”, redatto a partire da una sistematizzazione dei densho antichi, scrive: ‘questo venne catalagato da Shichiō Ishiemon tramite i propri sforzi. Questo ryū è detto Ryōishintō yawara [...] Poiché quelle di cui sopra sono tecniche segrete senza equali nei Tre Paesi[38], benché non si sia ancora diffuso alla generazione successiva, si deve dire che con una dedizione completa, avvertendo quel grande anelito, continua la sua trasmissione ora, senza un periodo di nemmeno cinque giorni di negligenza. Era Genna[39], un giorno del terzo mese.

Avendo compreso la Via grazie all’eredità dei signori Muneyoshi[40] e Munenori[41], io dedico il presente testo [...].

Fukuno Shichiiemon aveva gia’, prima di divenire allievo di Yagyū, definito il nome di Ryōishintōryū yawara, ed essendosi avvicinato al perfezionamento della tecnica, scoperto il principio ‘jū no ri[42] inerente al principio ‘ken no ri[43] dello Shinkageryū[44], ingegnandosi perfezionò completamente le tecniche dello Ryōishintōryū.

Yagyū Moneyoshi e Yagyū Munenori, oltre ad avere creato un bujutsu considerato senza equali, erano bujutsuka eccezionali e maestri riconosciuti.

Come scritto nel testo “Raccolta del Jikō Tenjinryū”, una frazione dello Ryōishintōryū, ‘lo Ryōishintōryū fa del kumiuchi sul campo di battaglia il suo primo punto, dal che si capisce che lo Ryōishintōryū era basato sulle tecniche di kumiuchi reale sul campo di battaglia tramandate dai tempi remoti.

 

Dunque, che sorta di persona era Fukuno Shichiemon?

Nel testo ‘Grande Genealogia delle tecniche del Jūdō’ viene trasmesso che il rōnin Fukuno ando’ in visita a Terada Antei, il quale gli permise di vivere con sè. Una volta deciso di trasferirsi a Izumo, Fukuno lo seguì. Allo scopo di guadagnarsi da vivere, dopo avere insegnato Teishinryū wajutsu[45], si dice che lo chiamò shintō yawara, ma esiste la possibilità che questo sia stato affermato da una generazione successiva di Terada Antei al fine di dichiarare il ryū come proprio. Dal punto di vista cronologico Terada Antei si trasferì a Izumo nell’anno 17 dell’era Kanei (1640), quando si ritiene che Fukuno avesse già sessant’anni. Probabilmente, dal punto di vista dell’età, Fukuno era più grande di circa vent’anni. All’epoca della stesura dello “tsuki no myō” da parte di Mitsuyoshi, nell’anno 8 dell’era Genna (1622) lo Shintōryū yawara era già stato completato. Nelle ere Genna e Kanei Fukuno era conosciuto a Edo come un samurai dalla straordinaria abilità. La realtà è probabilmente che aveva valutato di migliorare la linea di insegnamento del proprio ryū sulla base di una mutua ricerca sullo Shintōryū e sul Teishinryū. Si suppone che, all’atto di trasferirsi a Izumo, fosse riuscito a ottenere scambi notevoli nel corso del lungo cammino. Benché fosse il samurai di un ryū particolare non rivestì mai una carica pubblica, e la sua dedizione e gli sforzi dedicata alla ricerca per tutta una vita meritano rispetto.

Dallo Shintōryū nacque il Kitō ryū[46], che è alla base dell’odierno Kōdōkan Jūdō, e nell’epoca del Bakuhan[47] vennero alla luce numerosi rami ausiliari e ryū diversi che ammiravano le sue tecniche e i suoi ideali eccezionali.

 Oltre allo Ryōishintōryū, era famoso anche l’Oguriryū wajutsu[48], anch’esso derivato dallo studio dello Yagyū e comparso nel medesimo periodo.

 In questo caso l’origine del termine ‘wa’ comprende i significati profondi espressi dal termine in giapponese antico 和平すcitato nel Kojiki[49]

 

Jūjutsu

La maggior parte dei ryūha vengono denominati kogusoku, koshinomawashi, torite, tehaku, kenpō, kumiuchi, yawara, ma alla base di tutti scorre il principio comune dell’impiego della forza e della sua origine noto come ‘jū’. Tuttavia, l’aspetto e la forma con cui esso viene dimostrato hanno le loro peculiarità. Il primo ryū ad utilizzare i termini jū e jūjutsu fu il Sekiguchi Shinshinryū fondato da Sekiguchi Ujimune[50] e sistematizzato fra l’epoca Genna e l’epoca Kanei, quando ancora restavano gli strascichi dell’epoca Sengoku. Questo viene confermato dallo “Yamato jun” dove si legge che ‘ i termini jū e jūjutsu sono patrocinati da Sekiguchi Jūmune di Kishū, e non vengono dall’estero’. Inoltre, nel “bushi jun” sono contenuti i primi ampi documenti storici che attestano della fondazione del jūjutsu di Sekiguchi Ujimune.

 Poichè viene chiamato Sekiguchi Shinshinryū si può pensare che vi sia un ryū dal quale esso deriva, ma Sekiguchi Ujimune, nel “Sekiguchiryū no jo” redatto nell’anno 8 dell’epoca Kanei (1631) scrive che ‘fin da bambino ero appassionato di queste tecniche, studiando da solo senza maestro’. Sekiguchi Ujimune, senza studiare sotto la guida di un determinato maestro, si applicò alla ricerca del sumō e del kumiuchi tradizionali, e tramite i propri sforzi creò il Sekiguchi Shinshinryū con le proprie sole forze. Lo yawara del tempo non si era ancora concretizzato e organizzato in tutti i dettagli, mentre il Sekiguchi Shinshinryū jūjutsu aveva completato la sistematizzazione delle tecniche e lo stesso Sekiguchi Ujimune, in qualità persona eccezionale, era conosciuto come il primo dei cosiddetti nomi famosi della storia del jūjutsu.

Tokugawa Yorinobu[51] elogiò il jūjutsu di Ujimune: ‘Lo yawara di Jūshin è il padre e la madre di ogni arte (di combattimento), e non può non essere studiato’. Studiatolo egli stesso, ne fece il ryū ufficiale dello han di Kishū[52]. Poichè lo Shinshinryū non contempla eccessi, ma è invece libero di adattarsi, era giudicato avere quello che in termini moderni si potrebbe dire un’alta “efficacia nell’educazione fisica’, motivo per cui lo han di Kishū ne suggeriva per prima cosa la pratica, quale esercizio fondamentale[53], a quanti ambivano alle arti di combattimento.

Il Sekiguchi ryū, insieme allo Ryōishin’ryū del quale si è detto in precedenza, divenne uno dei piu’ famosi ryū dell’epoca Bakuhan. 

In particolare, il Sekiguchi Shinshinryū, a seguito dello sviluppo delle tecniche di ukemi[54] da parte di Ujimune, fino ad allora attraverso l’esperienza diretta sul campo di battaglia, si era trattato solo di addestramento ai kata, si potè incarnare in un keiko molto più vicino al combattimento reale. Attraverso lo sviluppo delle tecniche di ukemi di Ujimune, il quale aveva naturalmente acquisito il jū no myo[55], modificò profondamente l’andamento del mondo del jūjutsu, e attraverso l’influenza delle tecniche di ukemi si poté osservare un eccezionale progresso nelle tecniche di proiezione. In breve, la direzione del jūjutsu si era innovata di un passo verso il Kōdōkan Jūdō.

 Ora, in quale misura l’introduzione delle tecniche di ukemi esercitò un’influenza sulle tecniche di proiezione? Volendo elencare gli effetti delle tecniche di caduta:

 

  1. costituiscono un modo per gestire il corpo in sicurezza.
  2. non solo garantiscono la sicurezza del corpo, ma se studiandole si arriva a padroneggiarle favoriscono lo sviluppo tecnico in quanto viene meno l’ansia della tecnica di proiezione.
  3. rendono capaci di attaccare attivamente[56] da una posizione corretta[57].
  4. permettono di capire la gestione del corpo[58], la coordinazione del corpo[59] e l’applicazione della forza.
  5. Permettono di aumentare l’efficacia della tecnica in quanto il corpo è libero di muoversi a proprio agio.

 

Come si è detto sopra, attraverso le tecniche di ukemi si verificata una formazione della forza fisica basilare, si è padroneggiato[60] il taisabaki[61] e si è portata a compimento la sistematizzazione programmatica delle tecniche in insegnamento fondamentale, omote[62], e in loro applicazione reale sul campo di battaglia, ura[63] (oku[64]) .

 Di prosieguo, l’inizio delle Cronache dello Yawara dello Han di Ki spiegano come il termine tecnico「柔」venisse adoperato

in ottemperanza al nome nisshin[65] di questo Shinshinryū, sulla base di Lǎozi[66] ‘la cosa più flessibile sotto il cielo può dominare la cosa più rigida sotto il cielo[67]’, in conseguenza del fatto che, posta l’acqua come cosa più flessibile, essa può facilmente attaccare ciò che è duro[68], Uji si impegnò per 26 ore e per la prima volta portò alla luce il termine 柔」

Sekiguchi Ujimune, a seguito dei suoi sforzi per addestrarsi continuamente, chiamò il suo stile Shinshinryū, forse per via del fatto che aveva scoperto l’iscrizione ‘oggi meglio di ieri, domani meglio di oggi’ sull’asse del bagno termale[69]. Il titolo di 「柔」, che si basa sulla teoria di Lǎozi ‘ciò’ che è flessibile prevale su ciò che è rigido’[70], ha una grande particolarità, espressa dal simbolo dell’acqua che non possiede forma fissa.

Come espresso nel testo, la forza e la debolezza di un essere umano non hanno solo una dimensione fisica a livello di ossa e muscoli, ma anche nel conformarsi o meno alle leggi naturali. Insomma, in modo analogo al principio del ‘jū’ ‘se vieni spinto tira, se vieni tirato spingi’ del Kōdōkan Jūdō, e in accordo con gli ideali di seiryoku zen’yō[71] e saizenkatsuyō[72] del Kōdōkan Jūdō in merito all’impiego efficace della forza fisica e spirituale[73], non trovava nulla impossibile. Questo spirito di Ujimune ha guidato non solo il jūjutsu Sekiguchiryū, ma anche il mondo del jūjutsu nella sua totalità.

 Sekiguchi Ujimune morì di malattia nel decimo anno dell’era Kanbun (1671) all’età di 74 anni. Il suo nome hōgō[74] è Zenseiinjūshinjitsuryō. La corrente Sekiguchi Shōtō Shibukawaryū, nata dal secondo patriarca del Sekiguchi Shinshinryū, Sekiguchi Yatarō Saemon, è altamente stimata come quella che ha definito la denominazione di jūjutsu.

 

4

La storia delle arti marziali disarmate[75] è antica: nacquero come arti marziali di chikarakurabe e kadoryoku, quindi vennero eseguiti come setsue sumō a Corte. In seguito, il sumō dell’epoca Kamakura, che aveva visto l’ascesa della classe dei samurai, divenne il kumiuchi nel quale i bushi mettevano in gioco la vita, e si vede che la grande diffusione del kumiuchi è dovuta all’addestramento marziale fondamentale tramite il sumō. Come scritto nel Denshō del sumō, nei racconti delle antiche battaglie figura ampiamente il kumiuchi. Questa forma di kumiuchi è proseguita dall’ultimo periodo dell’epoca Sengoku al primo periodo dell’epoca Tokugawa, e come risultato della rapida coscrizione dei contadini per fronteggiare l’insufficienza del numero totale dei soldati di basso rango detti “ashigaru”, la necessità dell’addestramento alle arti marziali si fece pressante. Il processo di istruzione delle eccezionali famiglie guerriere che dirigevano l’addestramento alle arti marziali venne chiamato ryūha, e ne nacquero parecchi che si presentavano come ‘yawara’.

Fukuno Shichirōyuemon, attraverso la pratica assidua del sumō e del kumiuchi, creo’ il Ryōishintōryū wajutsu. Questo viene confermato anche nel Kitoryū Kumiuchi Mondō, che dice ‘Il rōnin Fukuno Shichirōyuemon si addestro’ al sumō e creo’ un ryū di yawara, chiamandolo Ryōishintōryū. Quindi, aggiungendovi il jū no riche si trova nello  Yagyūshinkageryū, espanse e rinforzo’ la linea di insegnamento e completò il proprio ryū. L’uomo, Fukuno Shichirōyuemon, era rinomato come maestro dell’epoca Edo, e senza ricercare la via facile e comoda del servizio statale, aveva un profondo desiderio di ricercare lo yawara, e lo sforzo che ha dedicato al perseguire quella via per tutta la vita merita profondo rispetto. Questa parola, che nel giapponese antico del Kojiki compare come wahei[76], ha un significato estremamente profondo. Sekiguchi Ujimune, senza studiare sotto la guida di alcun maestro, ricercando e applicandosi al sumō e al kumiuchi trasmessi da tempo immemorabile, così come è scritto nel Kihan jūsesshū, ‘seguendo il nisshin di inciso sull’asse di questo Shinshinryū’, accumulo’ addestramento su addestramento, fece ricerca e si applico’, e come risultato di aver trovato tecniche che divenivano migliori di giorno in giorno, diede origine al Sekiguchiryū jūjutsu. Nell’epoca di allora, quando lo yawara del tempo non era stato organizzato, completò la sua sistematizzazione tecnica. Divenne noto come il primo ‘grande nome’ della storia del jūjutsu.

La principale peculiarità del Sekiguchi Shinshinryū è lo sviluppo delle tecniche di ukemi. Grazie a queste, cio’ che fino ad allora era stato unicamente nel kata keiko, il kumiuchi del campo di battaglia, si incarnò in keiko molto più vicino al combattimento reale. In altre parole, si verificò una profonda rivoluzione nel mondo del jūjutsu.

Sekiguchi Ujimune, del quale si dice che fosse seguisse istintivamente il proprio cuore perseguendo naturalmente la strada propria all’essere umano[77], postulava che per ogni cosa esistesse un ordine naturale e che nulla fosse impossibile. Non è esagerato affermare che questo spirito di Ujimune abbia indicato la direzione non solo al Sekiguchi Shinshinryū jujutsu, ma a tutto il mondo del jūjutsu. Prima dello yawara, ci si addestrava tramite il sumō o il kumiuchi. Al loro interno, fra il periodo Genwa e il periodo Kanei, nacque lo Ryōishintōryū wajutsu ad opera di Fukuno Shichirōyuemon. Diversi anni dopo, dallo Ryōishintōryū si formò il Kitoryū, che è riconosciuto alla base delle tecniche di nage waza del Kōdōkan Jūdō. D’altro canto, Sekiguchi Ujimune costituì il Sekiguchi Shinshinryū jūjutsu, la cui principale opera meritoria è l’aver sviluppato le tecniche di ukemi. Oggigiorno, esse sono date per scontate da chi muove i primi passi attraverso i fondamentali per capire il Kōdōkan Jūdō.

Il wajutsu di Fukuno e il jūjutsu di Sekiguchi nacquero pressappoco nello stesso periodo, e sono cose estremamente profonde che godono di un forte collegamento con il Kōdōkan Jūdō odierno

 

Traduzione e note di Acqua Autunnale

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[1] tai, karada, significa corpo.

[2] 格闘技 kakutōgi. significa combattere e significa tecnica.

[3] 力比べ. Chikara significa “forza”, kurabe è il sostantivo del verbo kuraberu, confrontare o paragonare.

[4] 角力 Sinonimo di chikarakurabe, è anche un sinonimo di sumō, nello specifico “combattimento che si svolge su un terrapieno, nel quale la vittoria va a chi fa cadere l’avversario o lo spinge fuori dal terrapieno”.

[5] 神事shinji. significa kami, le entita’ venerate dallo shintō, e significa “cosa” in senso non materiale.

[6] 競技 kyōgi. Il primo carattere significa “scontrarsi” o “fare a gara a…”

[7] 娯楽 goraku. Il termine significa “cio’ che consola o che diverte”.

[8] 節会. Il secondo termine indica una festa o un incontro, il primo termine indica una festivita’. I sechie erano banchetti che svolgevano a Corte in date particolari. Divennero in voga durante l’epoca Heian e si tenevano tipicamente per Capodanno, il 7 Gennaio, il 14 Gennaio, il 5 Maggio e 22 Novembre.

[9] 参った maitta. Passato del verbo mairu “andare umilmente”, e in senso lato “perdere”.

[10] 鎌倉時代(1185-1333)

[11] 武士. Il primo termine significa “forte e coraggioso”, e “affine alle cose militari”. Il secondo termine indica un maschio, in particolare una persona che merita rispetto per la padronanza dello studio o della virtu’. Insieme, indicavano in origine chi si dedicava anima e corpo alle arti di combattimento e alle faccende militari.

[12] 辻相撲 il sumō del volgo o dei dilettanti

[13] 宮相撲 il sumō che si svolge come offerta ai kami durante le celebrazioni all’interno di un santuario shintō.

[14] 組み討ちkumiuchi. Viene definito come il combattere l’uno contro l’altro, dove combattere è reso col termine 討ち取るuchitoru, che significa nell’ordine “uccidere il nemico con un’arma”, “vincere contro un avversario” “afferrare, agguantare”.

[15] 武技 bugi. , waza, significa un movimento basato su una forma fissa applicato per sconfiggere un avversario.   

[16] 戦国時代 Sengoku jidai (1493-1590)

[17] 徳川時代 Tokugawa jidai (1600-1868)

[18]小具足Il termine originale indica l’armatura completa, ovvero la pratica di indossare solo i gambali lasciando libero il resto del corpo. In particolare, indicava una forma di combattimento che prevedeva difese con spada corta e mani nude contro attacchi individuali o multipli, soprattutto da seduti.

[19] 腰之廻しtermine di significato identico a kogusoku. Koshi sta per fianchi, inclusa la fascia lombare, e mawashi significa “rotazione”.

[20] 捕手. te vuol dire “mano”, ma nel gergo delle arti di combattimento significa “tecnica”. Il verbo 捕るtoru significa “prendere con le mani”, “trarre a sè” “allontanare con le mani”, “farsi carico di” “attenersi a una forma fissa”, “muovere il corpo”

[21] 捕縛 hobaku. Afferrare con le mani e legare con una corda.

[22] 白打di significato simile a kogusoku. significa “bianco”, significa “colpo” o “colpire”.

[23]手縛 letteralmente”legare le mani”

[24] 拳法 Arte marziale di origine cinese, introdotta in Giappone da Chényuányūn (1587-1671), concentrate sui colpi di pugno e sui calci. significa “pugno”, significa “legge” o “regola”.

[25] 骨法. significa “ossa”.

[26] 組み討ち si veda la nota 14

[27] yawara, dal verbo yawaragu, “calmarsi, divenire non disordinato, non violento”.

[28] 和術. wa, di significato analogo a yawaragu, viene usato anche per indicare il Giappone.

[29] 源平時代 XI – XII secolo circa

[30] 首取り合戦 kassen significa “battaglia”, “kubi” significa “collo”, “toru” significa “prendere”.

[31] 幕府 governo militare con sede a Kamakura, a partire dal 1192

[32]

[33]大名 letteralmente “grande nome”, famiglie guerriere con ampi possedimenti terrieri.

[34] 君臣 kunshin,una delle Cinque Relazioni riconosciute dal pensiero confuciano come essenziali al funzionamento della societa’ umana.

[35] 浪人 letteralmente “onda-persona”, indica un samurai rimasto senza padrone oppure che si è allontanato dal luogo dove è stato cresciuto.

[36] 福野七郎右衛門 (?-?) Nativo di Ōsaka, studio’ lo Shinkageryū di Yagyū Munenori e nel 1622 fondo’ lo Ryōshintōryū.

[37] 柳生 三厳(1607-1650) figlio di Yagyū Munenori e secondo signore del feudo omonimo, nell’attuale Nara.

[38] 三国sankoku. India, Cina, Giappone

[39] 元和時代1615-1624

[40] 柳生宗厳 (1527-1606) figlio di Yagyū Ieyoshi e secondo patriarca di Shinkageryū.

[41] 柳生宗矩 (1571-1646) figlio di Yagyū Muneyoshi, istruttore ufficiale degli shōgun Tokugawa.

[42] 柔之理. significa “ragione”, “principio”

[43] 剣之理. significa “spada”

[44] 新陰流. Letteralmente nuova-ombra. Ryū fondato da Kamiizumi Nobutsuna (1508-1577) ed sviluppato da Yagyū Muneyoshi.

[45] 貞心流 Ryū fondato da Terada Heizaemon (?-?) durante l’epoca Kan’ei (1624-1644)

[46] 起倒流 Ryū fondato da Ibaki Mataemon (?-?) all’epoca di Tokugawa Iemitsu (1623-1651 circa)

[47] Regime che prevedeva il governo della classe militare, bakufuku, su una nazione suddivisa in feudi, han, in vigore dall’inizio del XVII secolo al 1868.

[48] Ryū fondato da Oguri Masanobu (1589-1661)

[49] 古事記 “cronache delle cose antiche”. Prima opera scritta della letteratura giapponese, consistente in una raccolta di leggende e fatti storici compilata su ordine del sovrano Genmei nel 712 d.C.

[50] 関口氏心 (1598-1670) Maestro fondatore del Sekiguchi Shinshinryū

[51] 徳川頼宣 (1602-1671)

[52] 紀州 Territorio del Giappone anticamente corrispondente a parte delle odierne prefetture di Wakayama e di Mie.

[53] 基本 kihon. La parola è scritta con due caratteri che significano rispettivamente “fondamenta, base (di un edificio)” e “l’inizio, l’origine di qualcosa”.

[54] 受身. La parola è scritta con i termini うけuke, accettare, accogliere, far proprio, e , corpo. F

[55] 柔の妙. Myōsignifica “fuori dal normale, eccezionale, superiore”.

[56] 積極的 sekkyokuteki

[57] 正しい姿勢 tadashii shisei. 姿 significa forma esteriore, significa forza, poiché una forte posizione esteriore rivela uno spirito e una mente forti.

[58] 身体の捌きkarada no sabaki, dove il verbo sabaku significa gestire, utilizzare, impiegare

[59] 身体のまとめkarada no matome, dal verbo matomeru, “riunire insieme, raccogliere, collegare”.

[60] 自由自在. Jiyū 自由significa “libero, liberamente”, jizai自在significa “avere dentro di sé”.

[61] 体捌き. Nel jūdō muoversi rapidamente, attaccando o difendendosi, in modo da rompere l’equilibrio dell’avversario senza perdere il proprio.

[62] . Il termine indica “cio’ che è rivolto in avanti o verso l’alto” “cio’ che appare” “cio’ che è manifesto”.

[63] . Il termine indica “cio’ che è rivolto all’indietro o verso il basso” “cio’ che non appare”, “cio’ che è nascosto”.

[64] . Il termine significava in origine la zona della casa adibita alla vita quotidiana, cioè che gli ospiti non vedevano mai. Di conseguenza, indica anche cio’ che è segreto o nascosto.

[65] 日新. Il termine significa rinnovarsi ogni giorno, cioè migliorare continuamente.

[66] 老師. (V-VI secolo a.c. – 531 a.C.) Filosofo cinese, reputato l’autore del Dàodéjīng, un testo mistico in 81 capitoli che costituisce il fondamento del pensiero daoista.

[67] 天下之至柔、馳騁天下之至堅 Capitolo 43 del Dàodéjīng.

[68] significa duro, rigido, e implicitamente “morto”. Di converso, significa “morbido, flessibile, vivo”.

[69] Secondo la tradizione, l’imperatore Yīn Shāng (1675-1646) aveva inciso questa frase sulla propria vasca per il bagno.

[70] Il capitolo 78 del Dàodéjīng riporta 柔之勝剛, “il flessibile vince sul rigido”.

[71] 勢力善用. Seiryoku significa energia e forza fisica. zen, da non confondere con lo zen religioso, significa “che si attiene alla virtu’”, yō significa “uso o impiego”.

[72] 最善活用. Saiindica il superlativo assoluto di , “il migliore”, katsuyō, scritto con i caratteri di vita 活 e impiego significa “mettere a frutto”.

[73] 身心 shinshin. Il primo caratteresignifica corpo, significa “cuore”, nel senso lato di cio’ che l’essere umano ha dentro di sè.

[74] 法号 è il nome postumo assegnato ai defunti nella tradizione buddhista.

[75] 徒手空拳 toshu kūken. Toshu 徒手e kūken空拳 significano entrambi “senza niente in mano”, “a mani nude”,

[76] 和平. Il termine indica il ristabilimento di una condizione di armonia in seguito alla cessazione di un comportamento ostile.

[77] 生知安行 seichi ankō. 生知 significa “conoscere la via dell’essere umano senza bisogno di studiarla”. 安行 significa “agire naturalmente in conformita’ a questa conoscenza instintiva”.

 

 

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