La banalizzazione dell'Oriente


Non si può sempre reagire pensando "va beh"

Mi concedo una pausa dagli argomenti più seri ai quali mi dedico di solito e spendo due parole per raccontare la mia ultima esperienza a un recente Festival dell'Oriente.
Il mio interesse è squisitamente tecnico: ci sono delle dimostrazioni di arti di combattimento che vorrei vedere. 
Per puro caso capita la dimostrazione di jūdō e mi avvicino per osservare meglio. Vengo subito distratto dalla musica di sottofondo trasmessa a volume altissimo. Riconosco il brano: è tratto dalla colonna de l'Ultimo Samurai, che si potrebbe definire senza tema di smentita "la solita americanata con la solita verniciata di japonisme", composta da Hans Zimmer, un dotatissimo compositore di origini tedesche, e interpretata da un coro della Nazione Navajo. Fin qui, l'Oriente scarseggia.

Gli atleti salgono sul palco e cominciano la ginnastica di riscaldamento come ad ogni saggio di fine anno che si rispetti, quindi arrivano le cadute. 

Correggetemi se sbaglio ma a me è sempre stato insegnato che le cadute in avanti di terzo grado devono essere fatte senza piegare il ginocchio sotto il proprio corpo, perchè se eseguite male possono portare a infortunii gravi. Gli unici a farla correttamente sono stati i portatori di dan. Tutti gli altri, e tra questi la maggior parte erano bambini, l'hanno fatta con il ginocchio sotto il corpo, ripetutamente e sotto gli occhi del proprio maestro. 

Questo significa, secondo me, che per buona che sia una idea la volontà di spettacolarizzarla per renderla più facilmente fruibile finisce per rovinarla. Nel nostro caso, che si tratti di jūdō, jūjutsu o quello che sia, il valore educativo per l'individuo risiede nel fatto che non sono discipline immediatamente alla portata di tutti, poichè richiedono lunghi anni di paziente addestramento e pratica costante. Non le si può padroneggiare in breve tempo acquistando un pacchetto di ore. Il problema è che, al di fuori dell'ambiente, i "non addetti ai lavori" non hanno i mezzi per valutare dettagli come questi e fare una scelta ponderata. Vedono dei bei salti e sentono dei bei tonfi e pensano che questo sia jūdō, mentre il jūdō presuppone rispetto e salvaguardia del sè e dell'altro.

Me ne sono andato con una certa tristezza, domandandomi se sono io a essere troppo rigido o eccessivamente utopista.  

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