Fondamentali del judo Parte 5 - Le cadute
Le cadute come fondamento del jūdō
Si sente spesso dire dai maestri giapponesi che le cadute costituiscono l'80% del jūdō. Se le cose stanno così, e non c'è motivo di dubitarne, bisogna concluderne che le cadute sono un argomento della massima importanza, da studiarsi con ogni cura e attenzione, e non qualcosa da fare per qualche minuto a fine riscaldamento prima di iniziare a "fare jūdō". Per altro, le cadute impiegate nel jūdō sono una evoluzione delle tecniche di ukemi sviluppate dal Sekiguchi ryū jūjutsu e diffusesi poi in numerose altre scuole di tutto il Giappone.
Etimologia e analisi
La parola giapponese ukemi 受身, tradotta variamente come "caduta", "rottura di caduta" etc, si caratterizza per la sua ricchezza di significati. È costituita da due kanji:
- 受 Dal punto di vista grafico rende l'idea di qualcosa che viene passato dalle mani di A alle mani di B in modo che non cada e che non vada perduto. Viene usato per scrivere il verbo ukeru 受ける, e quale può significare:
COME VERBO
- Ricevere nelle proprie mani
- Introdurre all'interno
- Ricevere qualcosa di buono o prezioso
- Subire qualcosa di difficile o terribile
COME SOSTANTIVO
- L'impressione che si riceve da qualcuno
- Il recipiente che contiene qualcosa
- 身 Si tratta di uno dei due kanji che rendono l'idea di corpo. La forma del carattere è studiata per ricordare il profilo di una donna incinta. Si differenzia da tai 体, l'altro carattere usato per scrivere "corpo", perché quest'ultimo si riferisce soprattutto alla struttura ossea del corpo umano, mentre 身 si concentra sull'aspetto muscolare. Una ulteriore sfumatura rispetto alla differenza fra 体 e 身 è che quest'ultimo può essere usato in senso esteso per intendere non solo la dimensione corporale dell'essere umano, ma anche quella mentale e spirituale. Viene usato come sostantivo per indicare
- Il corpo umano
- se stessi
- il tronco di un albero, la lama di una spada, in generale la parte centrale di qualcosa.
Interpretazione
Alla luce di quanto esposto sopra, il termine ukemi può interpretato come
- La persona che riceve, o subisce, qualcosa. È questa l'accezione in cui lo si trova ad esempio nei manuali di Tenjinshin'yō ryū.
- La disposizione fisica e mentale per affrontare una caduta
- La tecnica di caduta propriamente detta.
Classificazione
Le cadute si suddividono in
- ushiro ukemi 後ろ受け身, o ukemi all'indietro
- yoko ukemi 横受け身, o ukemi di lato
- mae mawari ukemi 前回り受け身 o ukemi con rotolamento (mawari回り, dal verbo mawaru 回る, il rotolare o il girare in tondo) in avanti (前). Un'altra possibile denominazione è zenpō kaiten ukemi 前方回転 受け身, cioè ukemi con rotolamento (kaiten 回転) nella direzione (hō 方) in avanti. Come si vede confrontando i kanji, tanto mae mawari ukemi che zenpō kaiten ukemi contengono gli stessi kanji essenziali: avanti 前 e rotolare 回. Abbiamo accennato nell'articolo relativo agli spostamenti alle proprietà combinatorie della lingua giapponese (vai all'articolo). Il motivo per cui 前 si legge mae quando è usato singolarmente e zen quando viene usato in combinazione con un altro kanji è che la prassi prevede di riferirsi alla pronuncia kun nel primo caso e alla pronuncia on nel secondo. Lo stesso vale per 方 con le pronunce kata e hō. La diversità di pronuncia non cambia la sostanza, e cioè che mae mawari ukemi e zenpō kaiten ukemi sono due modi diversi di chiamare la stessa caduta con rotolamento davanti, e non due cadute diverse.
- mae ukemi 前受け身, o caduta in avanti prono.
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