Fondamentali del judo Parte 4 - Il kuzushi

Diffusione

Le parole giapponesi kuzushi 崩しe kuzure 崩れ compaiono con una certa frequenza nei testi di arti marziali giapponesi, sia anteriori che posteriori alla fondazione del Kōdōkan jūdō. Non è esagerato affermare che, con l'eccezione del tiro con l'arco, tutti i maggiori stili di combattimento corpo a corpo o ravvicinato abbiano affrontato l'argomento del kuzushi / kuzure.

Definizione e analisi

Come si vede, tanto kuzushi quanto kuzure vengono scritti con il medesimo kanji, 崩. Cominciamo la nostra analisi osservandolo in dettaglio.

崩 è formato da due blocchi:

  • La parte superiore, 山, che significa "montagna" o "monte".
  • La parte inferiore, 朋. Benché si presenti apparentemente come un raddoppiamento del carattere 月,"luna", si tratta in effetti di un carattere che indica una fila di conchiglie unite da un filo, usate anticamente come moneta, e che significa "insieme", "mescolarsi a qualcuno", "nel gruppo". È in questo senso che lo si trova ad esempio nella parola composta hōyū 朋友, "amici".
Esiste tuttavia un secondo significato: "separarsi in due", ed è in questo senso che viene usato all'interno di 崩 per rendere l'idea di qualcosa che si separa in due cadendo su entrambi i lati di una montagna.

崩 può essere usato in giapponese per scrivere due verbi cognati:
  • Kuzusu 崩す, che significa
    •  "rompere o spezzare qualcosa", ad esempio 中の廊の壁を崩し naka no rō no kabe wo kuzushi "ruppero il muro del corridoio interno e..." 
    • " scompaginare una condizione ordinata", 敵の備えを崩す teki no sonae wo kuzusu "spezzare la guardia dell'avversario".
    • "confondere o infrangere qualcosa di buono". 風儀を崩す fūgi wo kuzusu "comportarsi male".
  • Kuzureru 崩れる, che significa
    •  "il rompersi di qualcosa","il rompersi e il cadere di qualcosa"
    • " lo scompaginarsi di una condizione ordinata"
    • " il volgere al peggio del tempo atmosferico"
    • "il cambiare un taglio di carta moneta in monetine"
    • "il calare dei prezzi".
Non tutte le accezioni sono pertinenti al contesto delle arti marziali, ma si capisce bene come il concetto generale espresso dal kanji 崩 sia il rovinarsi o il rompersi, concreto o figurato, di qualcosa.

崩 nel Kendō, nel jūjutsu e nel Kōdōkan jūdō


I verbi kusuzu e kuzureru possono essere usati in forma nominale, rispettivamente kuzushi 崩し e kuzure 崩れ, per indicare "il..." o "il fatto di...". 

Come si vede dall'esempio relativo al secondo significato di kuzusu, esso fa da contrappunto all'idea di sonae 備え, o kamae 構え, che si possono tradurre con "guardia", intesa in generale come una posizione forte assunta dall'avversario che rendere impossibile o difficile attaccarlo se prima non viene "rotta". 

Questo è ad esempio il senso in cui kuzusu viene usato nel kendō, in quanto un attacco senza avere prima "rotto" la guardia dell'avversario significa immancabilmente essere colpiti alla gola dalla punta della sua spada. 

Nel caso del jūjutsu prima, e del Kōdōkan jūdō poi, cioè di una idea che vede il combattimento essenzialmente in funzione di una proiezione, di una leva articolare o di uno strangolamento, "rompere la guardia" dell'avversario significa romperne l'equilibrio. Ed è qui che l'etimologia di 崩 si presta a una riflessione interessante.

A differenza del kendō, dove si entra nella guardia dell'avversario mantenendo la propria, nel jūjutsu, e in particolare nel Kōdōkan jūdō, non solo colui che è squilibrato, ma anche colui che squilibra è in una posizione precaria. Si pensi ad esempio alle tante situazioni di randori, o ad alcuni esempi fotografici del libro di Attilio Sacripanti "Biomeccanica del jūdō", in cui tori e uke hanno entrambi il baricentro  fuori dalla propria base d'appoggio e si reggono l'uno grazie alla presenza dell'altro, o alle posizioni in guardia jigo tai del Nage no kata.
Fa riflettere che per indicare l'idea di "rompere la posizione dell'avvesario, squilibrarlo perdendo nel contempo parte del proprio equilibrio", si sia scelto un carattere che significa "il separarsi di qualcosa cadendo di su entrambi i lati di una montagna". 


L'idea di kuzushi, in sostanza, presuppone per sua natura la presenza di due fattori: un agente e un ricevente, colui che sbilancia (kuzusu mono) e colui che è sbilanciato (kuzusareru mono). È un altro modo per ribadire quel "il jūdō si fa in due" che tante volte abbiamo sentito dire dai nostri maestri. 



Kuzushi delle Otto Direzioni

È questo il significato dell'espressione Happō no kuzushi 八方の崩し, dove no の indica il genitivo, "di",  方 significa "direzione" e hachi 八 significa "otto".

Bisogna tuttavia tenere a mente che la cultura giapponese usa il numero otto come la cultura occidentale usa il numero cento: come una cifra cioè che può indicare una generica ampia quantità, non necessariamente il preciso numero otto. 
Se quindi, da un punto di vista schematico, la dimostrazione fondamentale del concetto di kuzushi presuppone di disegnare una sorta di croce a otto braccia secondo le direttrici
  • avanti - indietro (mae - ushiro 前後ろ)
  • sinistra-destra (hidari - migi, o sayū 左右)
e le rispettive diagonali, a livello simbolico happō può essere letto come "in tutte le direzioni" o "in infinite direzioni". 

CONCLUSIONE

Si conclude qui il ciclo di minipost sui Fondamentali del judo. Malgrado l'articolo sugli ukemi sia uscito prima, esso è tematicamente il quinto perchè la caduta segue il kuzushi e non vice versa.

Raccomandiamo a tutti di sentirvi assolutamente liberi di dissentire, commentare, condividere questo e altri articoli se vi sono piaciuti.

Grazie della vostra pazienza e della vostra attenzione.



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