Fondamentali del judo Parte 3 - Le Prese


Denominazione

Nel jūdō i modi di afferrare la casacca dell'avversario vanno sotto il nome di kumikata 組み方. (accentato sulla ultima /a/).

La parola è il risultato della combinazione dei seguenti termini:
  • kumi 組み, dal verbo kumu 組む, "intrecciare"
  • kata 方. Esistono numerosi omofoni della parola "kata", con significati del tutto diversi. Il kata in questione significa "direzione" o "modo di...".
La parola kumikata richiama alla mente il termine kumite 組み手, dove te 手in giapponese significa indistintamente "mano" o  "braccio" e, nel gergo delle arti di combattimento, può assumere il significato di "tecnica". Prima di essere utilizzato in diverse discipline, come il karate, per definire la pratica realistica dell'attacco-difesa, indica nel sumō la posizione delle braccia dei due avversari quando vengono a contatto. Prima ancora, in epoca medievale, kumite si riferiva a coloro che praticavano il kumiuchi 組打ち, il combattimento corpo a corpo in armatura tipico dei samurai. 

Si vede bene come il verbo kumu sia semanticamente vicino all'idea di "mischia in combattimento". 

Tipologia

Benché nel jūdō odierno siano venute in uso una gran varietà di prese diverse, il kumikata fondamentale possiede le seguenti caratteristiche:
  • è eseguito a due mani
  • è eseguito sulla manica e sull'eri 襟 dell'avversario, dove per eri si intende tutto il bavero anteriore e il colletto.
Si usa suddividere l'azione delle mani o delle braccia in

  • hikite 引き手, dal verbo hiku, "tirare". Il carattere è a sua volta formato, in maniera interessante, dal kanji 弓, "arco", che rende molto bene l'idea di trazione.
  • tsurite 釣り手, dal verbo tsuru, "pescare" o "tirare fuori qualcosa da sotto la superficie dell'acqua", da intendersi come l'azione del braccio che solleva.

Tsurite  ha almeno due possibili varianti riconosciute:

  • yoko eri 横襟, la presa al bavero bassa
  • ushiro eri 後襟 la presa sul colletto dell'avversario.



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