La relazione fra il Kitō ryū jūjutsu e il Kōdōkan jūdō

 La relazione fra il Kitō ryū jūjutsu e il Kōdōkan jūdō 

Il legame indissolubile fra Koshiki no kata, il kata più solenne e nobile del Kōdōkan jūdō, e Kitō ryū, una delle più antiche scuole di jūjutsu, si manifesta tanto nella teoria delle proiezioni che a livello concettuale e filosofico.

Abbiamo pensato di tradurre e mettere a disposizione di tutti una ricerca di Fujitō Yoshiaki dell'Università di Saitama, pubblicata nel 1978. Con citazioni dirette dai densho del Kitō ryū, offre spunti interessanti per ulteriori percorsi di indagine.

 

1 Introduzione

Il Maestro fondatore del Kōdōkan jūdō, Kanō Jigorō, studiò il Kitō ryū e, ritenendo il Kitō ryū un jūjutsu dotato di una teoria e di una tecnica eccezionali, preservò il kata del Kitō ryū come Koshiki no kata del Kōdōkan.

In questo senso vorremmo indicare l’influenza esercitata sul Kōdōkan jūdō e, sulla scorta del chiarimento di quale fosse il significanto originale[1] del Kitō ryū e di come esso viene tradotto in pratica[2] a livello tecnico, esaminare in dettaglio la condizione ideale del jūdō da qui in avanti.

 

2 Il senso originale del Kitō ryū

Il Kitō ryū ha la il suo maestro fondatore, secondo il Kitō ryū midare mokuroku[3] pubblicato nel quindicesimo anno dell’era Kanei[4], in Ibaraki Sensai[5]

Nel Kitō ryū midare mokuroku ( fu il monaco Zen Takuan[6] ad attribuire il nome Kitō ryū al midare[7] di Ibaraki Sensai, che ha il suo fondamento nelle tecniche tai[8]kuruma[9]uke[10]zengo[11]sayū[12])  è trascritto il senso profondo, e si possono trovare informazioni in merito agli avvenimenti relativi al ryū.

Il significato originale del Kitō ryū è chiarito nel Honmi stilato da Ibaraki Sensai:

 

“Honmi è il significato autentico di tai. Allontanarsi dalla forma e adoperare il ki. Giungendo alla padronanza di seibōseiki[13] si possono sopraffare avversari forti e deboli. In altre parole, essere al centro del pieno e del vuoto[14], questa è solo la corretta posizione naturale del corpo. Da qui la definizione di hontai[15]”.

 

Cioè, è di primaria importanza mantenere il corpo nella sua corretta condizione naturale. Il suo allievo Yoshimura Motoiki spiega nel Ten no maki[16] in che cosa consiste lo hontai.

 

“quando si affronta il nemico, e sorge il pensiero della presenza del nemico, il kokoro si turba e questo appare evidente. Vedere il nemico e affrontarlo con tranquillità, con lo spirito vuoto[17] e senza muovere[18] il kokoro, questo è detto hontai”.

 

Cioè, descrive l’importanza dell’impegno a mantenere la condizione di shinki fudō[19].

In conclusione, il punto più importante del Kitō ryū jūjutsu è l’esecuzione della corretta condizione naturale del corpo, cioè il mantenimento della condizione seibōseiki.

Questo concetto fondamentale continua nel Chi no maki[20]. Nelle sezioni “水上之胡芦子之事[21] “気体の事[22] “前後際断の事[23] viene espresso ripetutamente la logica dello hontai fudōchi[24] e include ampiamente l’educazione e l’addestramento del kokoro[25] dello Zen.

L’addestramento dal Kitō ryū procede dal libro dei Cinque Rotoli e dall’addestramento al kata in quattordici tecniche, attraverso lo Hontai ittenchijin no maki[26], per  “ raggiungere infine la condizione di senza-forma[27], senza-voce[28], senza-respiro[29]”, cioè il Seikyō no Maki[30] degli insegnamenti superiori.

Si vede così che il Kitō ryū jūjutsu incorpora l’addestamento spirituale dello Zen, pone l'accento sul perfezionamento dello shinki[31] piuttosto che sulla tecnica, e costituisce un sistema di addestramento per il raggiungimento della condizione di fudōchi

 

3 Il sistema di addestramento delle teniche del Kitōryū

In merito al sistema di addestramento alle tecniche che traducono in pratica il significato originale discusso nel paragrafo II, il Kitō ryū midare mokuroku afferma che:

 

“Da un tai subitaneo viene un kokoro che ottiene la vittoria. Kuruma è il corpo che ruota per adeguarsi all’avversario. In uke è essenziale il ritmo del respiro. Così anche per sengosayūtachii[32]”.

 

Ibaraki Sensai considerava taikurumaukesengosayū come le tecniche fondamentali, e in aggiunta definì altre tecniche come yukizure, yukichigai, yukiate, karada kudaki, tani otoshi. Insegnava, sulla base dello studio di queste tecniche, a “fare di jūgōkyōjaku[33] l’essenziale, realizzare[34] la nullità della forza dell’azione dell’avversario, ottenere la vittoria”, e che l’obbiettivo è poter agire in modo completamente indipendente e imprevedibile[35] in risposta al midare dell’avversario.

In seguito Terada Hachisaemon elaborò l’ogure, quindi con l’avvento di Yoshimura venne definito il kata in ventuno tecniche.

La parte omote del kata è costituita dalle quattordici tecniche di tai, yume no uchi, chikara kurabe, mizu guruma, mizu nagare, hiku otoshi, sora taoshi, uchi kudaki, tani otoshi, kuruma taoshi, kuda dori, shikoro dori, shikoro kaeshi, yūdachi, taki otoshi. La parte ura è costituita dalle sette tecniche karada kudaki, kuruma gaeshi, mizu iri, ryūsetsu, saka otoshi, yuki ori, iwa nami.

A paragone degli altri ryū, il kata del Kitō ryū ha pochi movimenti. Tuttavia, il Kitō ryū kumiuchi mondō riporta che 

 

“nelle quattordici forme si domina l’impulso errato di voler prevalere sull’altro, si giunge a rasserenare il cuore e ad illuminare lo spirito, ed è fondamentale solo il riflettere e il correggere se stessi”. 

 

Attraverso le quattordici forme si domina il pensiero negativo di supremazia sul nemico e si tempra il proprio honshin[36] .

Insomma, l’obiettivo dell’addestramento al Kitō ryū, dalla pratica nel kata in ventuno tecniche tramite l’esercizio ripetuto quotidianamente,è temprare lo shinki e infine giungere alla condizione di kyorei della propria vera natura.

Il Maestro fondatore Kanō ha lasciato questo kata di ventuno tecniche nel Koshiki no kata del Kōdōkan.

Tuttavia nel Kitō ryū fin dal principio si diceva 

 

“il principio del Kitō ryū midare è la teoria del kumiuchi[37]Quando le truppe si scontrano è difficile tagliare attraverso l’armatura, anche se si cerca di farlo, perciò è nata l’arte militare del kumiuchi.”

 

e il suo nucleo principale era lo yoroi kumiuchi [38]. In esso si insegnava che 

 

“gli atemi, per quanto potenti, vengono eseguiti con un solo braccio. Le proiezioni comprendono tutti e cinque le estremità del corpo dell’avversario, e sono perciò molto più potenti”

 

pertanto dava più importanza alle tecniche di proiezione che alle tecniche di atemi. In più, oltre al kata, la caratteristica del Kitō ryū è di introdurre fin dall’inizio il midare geiko[39].

 

4 L’influenza delle tecniche di Kitō ryū sul Kōdōkan jūdō

Il Maestro fondatore Kanō divenne allievo a ventidue anni, nell’anno 14 dell’era Meiji, di Iikubo del Kitō ryū, ottenendo dopo due anni il menkyo kaiden[40]. Il Maestro conservò il Kitō ryū no kata come Koshiki no kata in qualità di kata, fra tutti quelli di jūjutsu, che dimostrava meglio lo spirito e la tecnica del Kōdōkan jūdō.

Esaminiamo dunque l’influenza sul Kōdōkan jūdō delle tecniche di Kitō ryū, chiarendo praticamente il contenuto delle tecniche del Koshiki no kata.

 

Koshiki no kata                  14 tecniche omote

 

Taiyume no uchi : insegnano il kuzushi in base al taisabaki

Ryokuhi : insegna a far cadere senza impiegare il taisabaki

Mizu gurumamizu nagarehiku otoshi: insegnano il collegamento dalle tecniche di leva (intrappolando la parte anteriore del braccio), alle tecniche di proiezione.

Sora taoshiuchi kudaki : insegna il collegamento fra l’uso del tegatana e le tecniche di proiezione.

Tani otoshikuruma daoshi: tecniche di proiezione di sacrificio contro attacchi da dietro.

Shikoro torishikoro gaeshi: proiezione dopo aver controllato la parte anteriore del braccio o il collo.

Yūdachitaki otoshi  : insegna a proiettare afferrando baveri e maniche.

 

7 tecniche ura

 

Mi kudaki : insegna la proiezione dopo aver controllato la parte anteriore del braccio.

Kuruma gaeshimizu ire: insegna a proiettare tirando la parte superiore del braccio che colpisce e sbilanciando.

Ryūsetsuiwanami: collegamento fra la tecnica di atemi (kasumi[41]) e le tecniche di proiezione.

Saka otoshi  : insegna la proiezione afferrando la parte anteriore del braccio.

Yuki ori  : insegna il seoi nage come avvicinamento al combattimento.

 

In questo modo nel Koshiki no kata, a parte il seoi nage e le teniche di sacrificio sul fianco, non vengono indicate tecniche di proiezione che usano specificamente braccia, gambe o fianchi.

Ciò che si può vedere nel kata delle ventun tecniche è l’insegnamento dei punti essenziali delle tecniche di proiezione per proiettare un avversario dopo averlo squilibrato utilizzando la sua stessa forza grazie all’azione di shizentai[42]. Anche gli atemi e le leve non hanno l’obiettivo di ferire o uccidere, ma di condurre alla tecnica di proiezione.

Che cosa insegnava quindi il Maestro in merito al kata di Kitō ryū?

Nel “Jūdō ippan hei ni sono kyōiku jō ni kachi” si afferma che

 

 “Il kata di Kitō ryū richiede, a prescindere dalla scarsità dei movimenti, un lungo periodo di studio, e inoltre gli atemi e le tecniche di controllo sono poche”.

 

 Pur mettendone in luce i difetti, il Maestro sostiene che 

 

“ Il kata di Kitō ryū insegna l’esercizio al mantenimento della condizione hontai in cui il corpo non è inclinato, lo squilibrio dell’avversario in una direzione, l’esercizio all’applicazione della proiezione quando l’avversario recupera la posizione dallo squilibrio.”

 

 

Così, benchè il Kitō ryū no kata sia una dimostrazione dello yoroi kumiuchi, insegna la logica dell’attacco e della difesa[43] denominata “kuzushi[44]” e “tsukuri[45]” ed è alla base delle tecniche di proiezione del Kōdōkan jūdō.

 

5 Conclusioni

1.  Il Kitō ryū si poneva come obiettivo dell’addestramento il raggiungimento della condizione di fudōchi attraverso il perfezionamento dello shinki e l’impiego dell’educazione spirituale dello Zen.

2.   Il kata di Kitō ryū, oltre alle tecniche di sacrificio sul fianco, seoni nage e tani otoshi, insegnava la logica “kuzushitsukuri” delle tecniche di proiezione in base al taisabaki, ed è la base delle tecniche di proiezione del Kōdōkan jūdō. 

Inoltre, il randori del jūdō discende dal midare keiko del Kitō ryū.

Nel Kitō ryū esistevano tecniche di leva e di atemi che avevano influenza sulle tecniche di proiezione. Quando si considerano il “kuzushi” e lo “tsukuri” del jūdō non si può ignorare l’efficacia degli atemi e delle leve del Kitō ryū.

 

Si conclude qui la traduzione di La relazione fra il Kitō ryū jūjutsu e il Kōdōkan jūdō

Traduzione e note di Acqua Autunnale

 

Tutti i diritti dell’originale appartengono al legittimo proprietario

 


[1] 本旨 honshi. Letteralmente, “ciò che è originariamente al centro di qualcosa”

[2] 生かす ikasu. Letteralmente, “far vivere”.

[3] 起倒乱目

[4] 寛永十五年 1639

[5] 茨木専

[6] 沢庵 1575-1645. Monaco Zen della corrente Rinzai, amico di molte fra le più influenti personalità del mondo delle arti di combattimento, fra i quali Yagyū Munenori e Miyamoto Musashi.

[7]  letteralmente “disordinato, confuso”,

[8]  letteralmente, “corpo”, e specificamente l’accezione fisica,materiale del corpo umano.

[9]  ruota

[10]  Forma alternativa di , significa “accogliere, ricevere direttamente”.

[11] 前後 letteralmente “davanti e dietro”

[12] 左右 letteralmente “sinistra e destra”.

[13] 静貌静気 “volto tranquillo, ki sereno”. Cioè, la tranquillità fisica e mentale. Il carattere  significa “non muovere il corpo o il kokoro”. Nello Zen viene data grande importanza al seiza 静坐, cioè alla serena meditazione seduta che conduce al satori. Nel neoconfucianesimo Song, è centrale il concetto di zhǔ jìng 主静, il non disperdere il kokoro.

[14] 虚実kyojitsu .  è letteralmente ciò che è vuoto, senza forma.  è ciò che ha un contenuto.

[15] 本体 il tai  originale 

[16] 天の巻 “Il Libro del Cielo”. Una delle tre divisioni delle tecniche di Kitō ryū.

[17] 虚霊 Abbreviazione di kyoreifumai 虚霊不味. Nella filosofia di Zhū Xī (1130-1200), la condizione in cui il kokoro che si è ricevuto dal Cielo è vuoto, e riflette con chiarezza tutte le cose senza lasciarsi ottenebrare dalle passioni.

[18] 不動 letteralmente “non muoversi”. La condizione in cui non si viene mossi da una forza esterna. Fudō è l’abbreviazione di Fudōmyōō不動明王 (sanscrito Acalanātha) uno dei cinque numi tutelari del buddhismo esoterico Shingon 真言. La sua iconografia è caratterizzata dalla presenza di una spada, una corda e un’espressione di furia contro le forze del male.  

[19] 心気不動 ki e il kokoro si trovano nella condizione di fudō

[20] 地の巻 “Il libro della terra”. Una delle tre divisioni delle tecniche di Kitō ryū

[21] “la zucca a fiasco che galleggia sullo specchio d’acqua”. Takuan usa questa immagine per alludere al fatto che i veri maestri sono costantemente in movimento e mai statici, come una zucca galleggiante spinta in acqua.

[22] “del tai e del ki

[23] “tagliare il prima e il dopo”, fare sì che il kokoro non sia mai fissato sul passato o sul futuro.

[24] 不動智 nel buddhismo, la retta conoscenza non confusa dalle tentazioni del mondo esterno. Fudōchi è l’abbreviazione di Fudōchi shinmyōroku 不動智神妙録, il libro dedicato a discutere l’identità del kenjutsu e dello Zen, scritto da Takuan Sōhō su richiesta di Yagyū Munenori

[25] 心法 l’educazione al controllo del kokoro.

[26] 本体地人之

[27] 無形 mukei Questo e i due termini seguenti fanno riferimento alla teoria del Dào espressa nel Dàdéjīng, in particolare nel capitolo 41, in merito all’essere privo di costrizioni come caratteristica della superiorità.

[28] 無声 musei

[29] 無臭 mukyū

[30] 性鏡 la condizione in cui la propria natura è simile a uno specchio. Vedi nota 17

[31] 心気 kokoro e ki

[32] 立居 stare in piedi e stare seduti

[33] 柔剛強弱 flessibile e rigido, forte e debole. Simbolo del principio Zen del non-dualismo

[34] 悟る satoru. Una comprensione istintiva e istantanea non mediata dal ragionamento logico.

[35] 変幻自在 la capacità di modificare il proprio aspetto, apparendo e scomparendo a piacimento. Cioè, di agire imprevedibilmente e in assoluta autonomia.

[36] 本心 la propria vera natura

[37] 組み討ち durante il medioevo giapponese, il combattimento sul campo di battaglia che mirava a far cadere l’avversario per tagliargli la testa.

[38] 鎧組み討ち kumiuchi in armatura

[39] 乱稽古 la pratica del combattimento senza ordine, intesa come opposto al kata geiko形稽古.

[40] 免許皆伝 la trasmissione completa dei segreti di uno stile o di una scuola.

[41]  letteralmente “bruma”.

[42] 自然体 la posizione naturale del corpo

[43] 攻防abbreviazione di kōgeki攻撃 e bōgyo

[44] 崩し letteralmente, “sbilanciare, rompere, far crollare”.

[45] 作り letteralmente “costruire”.

 

 

 

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